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FIRENZE – Tre manifestazioni di interesse per la reindustrializzazione di Gkn, la fabbrica di Campi Bisenzio (Firenze) che la multinazionale ha deciso di dismettere. A raccoglierle l’advisor. E’ quanto rivela la stessa Gkn in una lettera inviata al ministero dello Sviluppo economico, al ministero del Lavoro, alla Regione Toscana, ai sindacati, alla Rsu e a Confindustria Firenze.

«Le migliori proposte allo stato possibili»

Gkn, si legge nella lettera, chiede dunque una «urgente convocazione del tavolo sindacale», auspicabilmente «entro la corrente settimana o nei primissimi giorni di quella successiva». L’advisor, spiega Gkn Driveline Firenze nella lettera, «ha approntato un piano di reindustrializzazione sottoposto con positivi riscontri a potenziali investitori, raccogliendo alla data odierna ben tre proposte che necessitano una immediata trattazione, a partire dallo svolgimento di una due diligence sul sito produttivo ed una verifica delle competenze delle persone dei lavoratori». Le proposte, sostiene l’azienda, sono «le migliori allo stato possibili, e vanno oltre le consuete previsioni normative in materia». Gkn invoca quindi «le condizioni necessarie, in termini di dialogo e collaborazione reciproca, perché venga identificata in tempi rapidi una strada condivisa ed un percorso di accordistica che ricomponga le diverse posizioni mettendo a sistema la decisione di cessare l’azienda e con essa l’attività dell’impresa, da un lato, e la concreta possibilità di offrire alle persone strumenti in grado non solo di attutire ma finanche forse risolvere la situazione di disagio sociale ed occupazionale, dall’altro». Secondo l’azienda, «per scongiurare il ritiro di tali proposte» occorre che «entro fine novembre» ci sia un «confronto sindacale ed istituzionale finalizzato alla identificazione degli strumenti tecnici necessari per consentire la materiale implementazione del processo di reindustrializzazione, a partire dalla verifica sullo strumento della cassa integrazione per cessazione attività che consentirebbe un instradamento immediato del percorso».

Lavoratori perplessi

Ma i lavoratori non si fidano e affidano le loro perplessità ad un post su Facebook: «Il rischio di trovarsi di fronte all’ennesimo raggiro da parte di Melrose e in generale da parte di una multinazionale verso il nostro territorio è altissimo. E sarebbe grave se le istituzioni lo consentissero» si legge in un post del Collettivo di Fabbrica della Gkn. «Quello che vogliono dire – sostiene il Collettivo – è che già tutto cucinato, tutto deciso: basta che firmiamo la cassa integrazione di cessazione d’attività. Cioè il disimpegno totale e definitivo di Gkn. E che, se non accettiamo questo ricatto, riparte la procedura di licenziamento. La cassa integrazione per cessazione d’attività non è lo strumento per la continuità produttiva». Il Collettivo, confermando la manifestazione del 20 novembre a Firenze e l’assemblea a Campi per il giorno dopo, chiede quindi «continuità occupazionale e dei diritti: stessi posti di lavoro, stessi contratti, stessi accordi, con la vendita dello stabilimento in continuità produttiva, e in base a questo eventualmente attivazione di un ammortizzatore integrato economicamente per traghettare la riconversione, oltre all’intervento pubblico a garanzia di un vero ponte verso lo scenario produttivo futuro».

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