SUVIGNANO – Tutta la nostra storia poggia sulla memoria. Quella che, in teoria, dovrebbe permettere di non ripetere gli stessi errori e, allo stesso modo, mantenere in vita gli insegnamenti del passato.

Nel trentennale della strage di Capaci, nella tenuta di Suvignano (Siena), questo inno al ricordo è stato impresso sul prato “Yes to memory”. La grande scritta composta dai circa 1.500 ragazzi arrivati da tutta la Toscana per celebrare il magistrato ucciso dalla mafia. Che nel 1983 fu a capo dell’indagine decisiva per sequestrare l’area alla disponibilità della criminalità organizzata. “Giovanni Falcone venne qui e fece arrestare Vincenzo Piazza – ha spiegato Domenico Bilotta, responsabile scuola della stessa Fondazione Caponnetto -. Siamo abituati ad incontrare tantissimi ragazzi in tutta Italia, ma ogni volta vedere questi giovani ci dà tanta emozione perché loro trasmettono qualcosa di insostituibile”. Al suo fianco Angelo Corbo, che quel giorno si salvò dall’esplosione: “Parlare ai ragazzi per spiegare chi erano Falcone e Borsellino per me non è difficile. Ho avuto l’onore di conoscerli entrambi. Conoscevo il loro carisma, sapevo chi erano. Li ho visti lottare, non per successo personale, ma per ridare dignità a un popolo”.

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