Una sentenza destinata a far discutere e a fare giurisprudenza. E’quella del Consiglio di Stato che ha confermato l’illegittimità del pedaggio sui raccordi stradali Siena-Firenze e Bettolle-Perugia. Una vera e propria battaglia portata avanti dalla Provincia di Siena e che ha visto il supremo organo respingere, nei giorni scorsi, l’appello proposto dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri e da Anas contro la sentenza del Tar del Lazio n. 2088 del 2010, depositata nel 2011, che accoglieva il ricorso della Provincia di Siena e annullava, di fatto, il Dpcm del 25 giugno 2010 con il quale venivano individuati i raccordi autostradali Siena-Firenze e Bettolle-Perugia tra i tratti di strada da sottoporre a pedaggio. La sentenza, in particolare, ha accolto tutti i motivi di ricorso affermando la legittimazione attiva della Provincia di Siena in quanto «ente esponenziale della collettività stanziata sul relativo territorio e sul quale si riverberano le conseguenze dell’introduzione di un condizionamento finanziario alla circolazione».

Le motivazioni della sentenza I giudici hanno inoltre accolto la tesi della Provincia per cui non si può considerare legittimo un prelievo svincolato dall’effettiva fruizione della rete stradale, affermando che il pedaggio «si configura quale prestazione commisurata alla richiesta di utilizzo di un tratto stradale e non quale imposizione fiscale, sicché è necessario (…) predisporre un meccanismo che assicuri corrispondenza tra pagamento e fruizione» e che è dunque necessario che sussista una corrispettività tra il pedaggio e l’effettiva fruizione di tratti stradali gestiti da Anas». «Dal 2010 la Provincia di Siena si è battuta, in tutte le sedi, in difesa di cittadini e imprese e contro la decisione di Anas e del Governo di introdurre un vero e proprio balzello a carico dei contribuenti – ha detto il presidente Simone Bezzini –  costretti a dover pagare per percorrere una mulattiera più che una strada. In questi anni abbiamo promosso mobilitazioni, iniziative, scritto lettere al governo e ad Anas, facendoci ascoltare in audizioni parlamentari per ribadire l’illegittimità del Decreto».

Il provvedimento del 2010 Secondo quanto aveva disposto la presidenza del Consiglio dei Ministri dovevano essere destinatari del provvedimento undici  autostrade e 12 raccordi autostradali per un totale di 23 autostrade su tutto il territorio italiano. Tante sono le autostrade dell’Anas dove attualmente non si paga il pedaggio e dove, in base alle disposizioni della manovra, potrebbe essere introdotto il pagamento.

L’elenco completo Autostrade: A3 – autostrada Salerno-Reggio Calabria; A18dir diramazione di Catania; A19 – autostrada Palermo-Catania; A19 dir – Palermo diramazione per via Giafar; A29 autostrada Palermo-Mazara del Vallo; A29 dir – autostrada Alcamo-Trapani; A29dirR/A – diramazione per Birgi; A29 racc. – diramazione per Punta Raisi; A29 racc bis – raccordo per via Belgio; A91 – autostrada Roma-Aeroporto di Fiumicino; A90 – autostrada Grande raccordo anulare. Raccordi autostradali: raccordo tangenziale nord città di Bologna; raccordo autostradale Salerno-Avellino; raccordo autostradale Siena-Firenze; raccordo autostradale di Reggio Calabria; raccordo autostradale Scalo Sicignano-Potenza; raccordo autostradale Bettolle-Perugia; raccordo autostradale Pavia-autostrada A/7 ‘Milano-Serravalle’; raccordo autostradale Ferrara-Porto Garibaldi; raccordo autostradale di Benevento; Raccordo autostradale Torino-aeroporto di Caselle; raccordo autostradale Ascoli-Porto d’Ascoli; raccordo autostradale Chieti-Pescara.

 

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