FIRENZE – Burocrazia, sempre tu. Onnipresente ostacolo di ogni ingranaggio italico, che se apportata al contesto economico, può provocare danni ingenti.

Lo testimonia la storia dei Fratelli Traversari, nota bottega artigiana fiorentina. Per esportare un mosaico fuori dai confini europei hanno dovuto attendere l’autocertificazione vidimata. Un mese di tempo per ottenerla. “È chiaro ed evidente che in un contesto già difficile questo ci fa male: io dovrei preoccuparmi solo di lavorare e di vendere, non di star dietro alle scartoffie”, ha raccontato Daniele Traversari, che nel fare l’iter per ottenere il documento ha scoperto che la Soprintendenza “non ha nemmeno la firma digitale, oramai richiesta pressoché a tutti gli imprenditori e professionisti, e quindi tutto deve essere fatto di persona e con carta, con aggravio di costi e soprattutto di tempi”.

A fornire la conferma della complessità che circonda il via libera alle autorizzazioni, è Catia Scarpelli di Scarpelli Mosaici: “Se tutto va bene il cliente, che ha già pagato in bottega, deve attendere almeno un mese e mezzo, ma è un tempo stretto, tra l’autocertificazione vidimata e la successiva spedizione, che non parte proprio senza quel documento e che può comunque avere intoppi”.

Dalla loro parte si è schierata Confartigianato. “È inutile lamentarsi che ci sono sempre meno artigiani a Firenze se poi gli enti fanno di tutto per ostacolarli: il nostro artigianato muore anche per la troppa burocrazia – ha affermato il presidente Alessandro Sorani, che ha scritto alla Soprintendenza per avere chiarimenti -. Dopo i problemi nelle esportazioni con le chiusure e la guerra, bisognerebbe venire incontro alle imprese artigiane come quelle del mosaico fiorentino”.

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