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SAN QUIRICO D’ORCIA – Dal dipinto di Sano di Pietro nella Chiesa della Collegiata, alle nuove monture del Quartiere di Canneti. I nuovi costumi degli sbandieratori e tamburini – presentati in occasione de Il Bianco e l’Azzurro – sono infatti un omaggio a San Quirico d’Orcia e all’arte di Sano di Pietro.

Si tratta di modelli unici, con bozzetti realizzati (progetto artistico-storico) dall’artista senese e storica dell’arte, professoressa Rita Petti, partendo dal dipinto di Sano di Pietro nella Collegiata di San Quirico d’Orcia (figura di San Sigismondo), dal quale è stato ricavato un tessuto damascato (su fondo bianco e colore azzurro) con disegno floreale (presente nel polittico) e il Drago stemma dei Canneti, con la sigla UsD (che ricorda il motto Une Sed Draco).

“Siamo orgogliosi di questo lavoro e di aver dato un contributo alla conoscenza della storia dell’arte presente a San Quirico – sottolinea il Capitano Tommaso Ciolfi –, e di esibirla in ogni uscita dei Canneti indossata dai nostri alfieri e tamburini. Sono monture che ci identificano e ci rappresentano. Dopo le monture del Barbarossa, rinnovate nel 2024, abbiamo portato a termine anche questo rinnovo, c’è grande soddisfazione”.

I vestiti dei tamburini e musici si distinguono per una giornea in jacquard (blu, azzurro e bianco) su cui è ricamato il drago d’oro dei Canneti (e maniche in tessuto damascato), mentre quelli degli sbandieratori sono totalmente in damasco con bordo ricamato in filo d’oro su fondo azzurro, riportante il motto Unus sed Draco. L’abito del Paggio Vessillifero ha similitudini con il tamburino, ma ha una giornea trasformata in “robone” e le maniche ispirate al Cassone Adimari dello Scheggia (1450). Fa parte della nuova comparsa il labaro in seta cucito e ricamato interamente a mano, con la tecnica senese “punto bandiera”. Il motto Unus sed Draco è ricamato a mano, così come la Balzana e lo stemma di San Quirico; il Drago è dipinto a mano su seta gialla. La realizzazione sartoriale è stata fatta dalla sarta senese Vanessa Nencini, mentre i tessuti sono stati realizzati dalla LTA Panini di Como.

Il San Sigismondo riscoperto nel San di Pietro della Collegiata

Un grande lavoro di ricerca, partendo dalla pala d’altare di Sano di Pietro (Madonna col bambino coi santi – fra cui San Quirico – data 1470 circa), in cui sono valorizzate le figure di San Sigismondo (dal quale è stato ripreso il disegno del damascato) e San Rocco, protettore dei pellegrini, come omaggio alla Francigena ed al Giubileo del 2025.

L’opera è stata commissionata dalla Repubblica di Siena (in basso oltre allo stemma di San Quirico è anche presente la Balzana) in onore all’Imperatore Sigismondo di Lussemburgo, transitato per San Quirico, dopo aver soggiornato a Siena nel 1432 (dal 1430 al 1433 fu omaggiato da Siena, ospite dopo il Concilio di Costanza) e diretto a Roma. Chiamato così dal padre (l’imperatore Carlo IV) molto devoto a San Sigismondo che è stato Re dei Burgundi, ed il primo sovrano barbaro a diventare santo (morto ad Orleans nel 523). Nel Sano di Pietro della Collegiata, la sua figura risulta ‘minore’ e fino ad oggi poco conosciuta in gran parte dei testi.

Il lavoro di ricerca portato avanti dai Canneti, proprio per aver “preso in prestito” e valorizzato il suo bellissimo tessuto damascato, è durato oltre un anno, coordinato dalla professoressa Rita Petti, interpellando testi, ed anche docenti dell’Università di Siena e istituti superiori.

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