William Mineard Bennett, La Piazza del Duomo di Pisa
William Mineard Bennett, La Piazza del Duomo di Pisa

Ricorrono i 950 anni dalla posa della prima pietra della Cattedrale di Pisa e, per l’occasione, Il Museo della Grafica di Palazzo Lanfranchi organizza la mostra ‘La Cattedrale dei viaggiatori’ che, fino al 30 ottobre, ripercorre le memorie di immagini e parole dedicate nell’età moderna ad un monumento tra i più visitati al mondo (orario: mart-dom 10-14 e 17-22; dal 15 settembre mart 9-13.30 e 15-17.30, merc-sab 9-18.30, dom e festivi 10-18.30, chiuso lunedì – info: 050.2216060 – www.museodellagrafica.unipi.it)

Ferdinando Fambrini, A view of the famous Cathedral of Pisa
Ferdinando Fambrini, A view of the famous Cathedral of Pisa

Pisa, tappa del “Grand Tour” Fra Settecento e Ottocento Pisa costituì infatti una tappa privilegiata e irrinunciabile del ‘Grand Tour’, quel viaggio formativo che portava aristocratici e intellettuali a spasso per l’Italia, dove completavano la loro formazione culturale: poche cose erano più suggestive della scoperta di Piazza dei Miracoli – come prontamente fu ribattezzata – e dei suoi monumenti straordinari, fra cui quell’incredbile Torre pendente che subito dominò l’immaginario europeo.

La mostra Attraverso fotografie, libri, disegni e incisioni, la mostra ‘La Cattedrale dei viaggiatori’ ricostruisce questa storia e ci presenta le immagini lasciate da disegnatori e incisori locali come Ferdinando Fambrini, Gaetano Ciuti, Angelo Cappiardi, Ranieri Grassi e Bartolomeo Polloni, ma anche da affermati artisti stranieri come George Moore, Ladislaus Rupp o Rohault de Fleury. Tutte illustrazioni che accompagnano le parole con cui gli illustri viaggiatori (da Charles de Brosses a Niccolò Tommaseo, da Mark Twain a Henry James, da Denis Ivanovic Fonvizin a Jacob Burckhardt) restituivano le loro riflessioni su questo ‘luogo incantato’.  Un dialogo che sarà poi amplificato con la scoperta della fotografia, quando la Cattedrale sarà immortalata dai pionieri della nuova arte. Tra questi emergerà lo scultore e fotografo Enrico di Van Lint, che a Pisa ebbe un rinomato ‘atélier-negozio’ dove venivano anche prodotti raffinati modellini in alabastro degli edifici pisani, souvenirs assai ambiti dai viaggiatori. Proprio come oggi. La mostra è curata da Lucia Tomasi e Alessandro Tosi ed è realizzata dal Museo della Grafica, dal Comune e dall’Università di Pisa.

Articolo precedenteEstate con la musica di Yann Tiersen, il 23 luglio tappa a Prato per ‘∞, Infinity Tour’
Articolo successivoGran finale per PianoForte Sostenibile. Gloria Campaner e Stefano Bollani due pianismi a confronto