NEW ORLEANS – Dentro alla sfilata c’è un po’ di tutto. Normale amministrazione, siamo al Carnevale di New Orleans, non in piazza del Campo. Il momento della parata del Palio di Siena è arrivato.

Dalle 20 i carri che rappresentano le 17 contrade, stanno percorrendo le vie della città di Louisiana: dall’incrocio tra Napoleon e Saint Claiborne Avenue per passare da Saint Charles street ed arrivare in Canal street. I colori sono attinenti con la Festa, le figure sopra i carrozzoni, un po’ meno. “Non avevo dubbi sul buon lavoro svolto. Si sono veramente impegnati sulla produzione dei carri. E fa piacere vedere un buon lavoro”, ha evidenziato Antonio Carapelli, presidente del Consorzio per la tutela del Palio. Tuttavia, il disappunto rimane: “Per il Consorzio restano comunque delle perplessità nel vedere vedere associata la nostra tradizione ad un evento culturalmente distante”.

Poi, per rimanere coerenti, con la posizione tenuta da tutti i 17 priori, ha aggiunto: “Non vogliamo apparire bigotti ed è apprezzabile che il Palio sia così conosciuto a livello mondiale. Non apprezziamo invece l’accostamento al Carnevale”. In Louisiana, dopo un approccio che risale allo scorso autunno, sono andati per la loro strada.

Il rifiuto di Siena, pur nell’ammissione di non aver giurisdizione per impedire la sfilata, ricalca ciò che è avvenuto nel 2016, in occasione dei 90 anni della Regina Elisabetta II. “Volevano che gli portassimo il Palio in bottiglia ma non si può fare, più volentieri invitiamo Elisabetta a vedere il Palio nel palazzo comunale”, disse allora il sindaco Bruno Valentini, che poi aggiunse: “Se si vuole vedere il Palio bisogna venire a Siena. Non vedrete mai un alfiere o un tamburino fuori da qui”. D’altronde, per un passaggio nel giardino di Windsor il tempo concesso era di un minuto e mezzo.

Niente a che vedere con quello che accadde quasi 80 anni prima. Il 9 maggio 1938 le contrade sfilarono nel Giardino di Boboli, a Firenze davanti ad Adolf Hitler e Benito Mussolini. Su proposta di Alessandro Pavolini, uno dei più importanti gerarchi fascisti, fu deciso di mettere in scena uno spettacolo dei figuranti di tutti i giochi toscani.

Il Magistrato delle Contrade pose fine ad ogni polemica che sorse a Siena, deliberando la partecipazione “perché tale è la volontà del Duce…. e di sentirsi onorati della considerazione”. Probabilmente moneta di scambio con la decisione di Mussolini di riconoscere in uso esclusivo per quello di Siena la denominazione “Palio”. Era il 1935.

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