parriniA meno di due giorni dallo svolgimento, il Pd toscano rinvia l’assemblea regionale che avrebbe dovuto tra l’altro definire le regole per la raccolta delle firme per le primarie a governatore. Il brusco stop deciso dalla segreteria guidata da Dario Parrini sembra legato soprattutto alle fibrillazioni romane: l’assemblea nazionale di domenica diventerà verosimilmente un terreno di scontro acceso tra maggioranza e minoranza del partito. Tra i Democratici c’è chi parla di probabile resa dei conti interna, con i renziani inferociti dopo le due sconfitte del governo in commissione affari costituzionali sulla riforma del Senato. «Elezioni subito», aveva twittato Roberto Giachetti dopo il voto. E in queso clima, pare ovvio che anche nei territori si attenda di capire cosa succederà a livello nazionale prima di prendere decisioni.

Il rinvio Anche perché il più che probabile slittamento a maggio delle regionali (in prospettiva election day, di certo per amministrative e regionali, forse anche per le politiche) toglie senza dubbio la necessità di decidere in fretta. Se cioè non esiste un legame di causa-effetto tra il rinvio del voto e quello dell’assemblea, come assicurano dal Pd regionale, sicuramente una decisione così grave come lo spostamento dell’assise regionale sarebbe stata impensabile con le elezioni al 15 marzo e quindi la presentazione delle liste a inizio febbraio. Senza contare che il precipitare della crisi interna al partito e un voto politico anticipato potrebbero modificare scenari ed equilibri che sembravano già acquisiti.

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