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PISA – Un’estate partita male e chiusa meglio del previsto, con una stagione che, alla fine, ha retto. È questo, in sintesi, il bilancio del litorale pisano: complici anche due mesi di piogge improvvise soprattutto nei fine settimana, cieli grigi e vento forte hanno messo in ginocchio giugno e luglio, lasciando gli ombrelloni chiusi proprio nei momenti in cui, storicamente, c’è un maggiore afflusso.

Poi è arrivato agosto, con il caldo e il sole che hanno diradato – metaforicamente ma anche no – le nuvole dei mesi precedenti, ribaltando una stagione che sembrava irrimediabilmente compromessa.

A tracciare un bilancio è Fabrizio Fontani, presidente del Sindacato Balneare (Sib) Confcommercio Pisa, che parla di un’estate “finita meglio di come è iniziata”. Dopo un avvio disastroso, racconta, “il mese di agosto ha riportato vitalità agli stabilimenti, grazie a una presenza costante di clienti e a un clima finalmente stabile. È stato un mese molto buono – osserva – che ha salvato la stagione”.

Un merito tanto del caldo quanto, spiega Fontani, della clientela stanziale: lo zoccolo duro di famiglie che da Pisa e Livorno continua a frequentare il mare anche nei momenti più difficili. “Noi dipendiamo poco dai giornalieri, e questo ha fatto la differenza: la fedeltà dei clienti abituali abbia permesso di reggere l’urto”.

Settembre, al contrario, non ha inciso più di tanto: troppo variabile il meteo per dare continuità. “Il clima bizzarro tra vento, sole e pioggia – commenta – ha impedito di organizzarsi e di mantenere numeri stabili”. Nonostante questo, il bilancio complessivo non è stato negativo: “Niente exploit, ma neppure arretramenti rispetto agli anni scorsi”.

Una stagione quindi altalenante, salvata in extremis dal mese di agosto e chiusa senza particolari sorprese. “Alla fine dei conti – conclude Fontani – la stagione ha retto”. Eppure, nuove ombre si presentano all’orizzonte per i balneari: “La mancanza di garanzie legata alla Direttiva Bolkestein non ci fa dormire sereni per il futuro: se le prossime estati saranno così ballerine, rischiamo di vedere diversi balneari in meno. Siamo troppo vicini alla nostra fine, servono politiche nuove, valide ed efficaci”.