L’Imu più cara d’Italia la si paga a Siena. Nella Città del Palio l’imposta complessiva ha superato – nel 2012 –  i 900 euro per abitante, 239 per la prima casa. Ed anche in questo secondo caso si tratta di una leadership nazionale. A consegnare la “maglia rosa” per la tassa sull’abitazione è il senatore Marco Stradiotto (Pd), esperto in federalismo fiscale, che ha analizzato la «tassa meno amata dagli italiani», quella sugli immobili, nei capoluoghi dello stivale. I senesi pagano 20 volte di più rispetto a quanto sborsano i crotonesi, nel podio Siena supera Milano (complessivi 856.89 euro) e Roma (810.61 euro).
 
Imu in Toscana Per quanto riguarda gli altri capoluoghi toscani, troviamo Firenze al sesto posto con un’imposta che si è attestata si 671.12 euro per abitante e Pisa al dodicesimo gradino della classifica con 626.15 euro medi. Insomma, la Toscana conferma il trend del senatore Stradiotto per cui l’Imu più cara si paga al Centro-Nord (Leggi documento). Fanalino di coda regionale è Prato, novantesima a livello nazionale, dove l’importo totale versato per abitante è stato di 354.11 euro. Ben lontano comunque da Lanusei, Crotone e Iglesias (163.22 euro) che chiudono la graduatoria. La leadership senese si traduce però anche nell’aumento subito dalla tassa, il secondo a livello italiano, dopo quello di Ancona (54% per la città marchigiana, 53% per Siena). Il ventaglio toscano comunque ha un’apertura di circa 600 euro, partendo dalla cifra sborsata dai senesi per arrivare a quella dei pratesi: in mezzo, dopo Firenze e Pisa, troviamo Massa al 38° posto, Livorno al 41°, Lucca al 45°, Grosseto al 62°, Arezzo e Pistoia, rispettivamente all’81esima e 83esima posizione del ranking italiano.
 
Il commento «L'Imu contiene due errori di fondo e un vizio iniziale che l'hanno trasformata in un'imposta ancora più iniqua della vecchia Ici – evidenzia lo studio -. È stato creato un mix perverso fra rendite catastali squilibrate, coefficienti moltiplicatori e detrazioni uguali per tutti. La nostra speranza – conclude Stradiotto – è che il legislatore eviti di prendere sia l'ipotesi dell'aumento delle detrazioni e sia l'ipotesi di legare l'Imu al reddito, in entrambi i casi si rischierebbe di moltiplicare le iniquità e le ingiustizie''.

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