ROMA – Le tartarughe Caretta caretta prediligono l’Italia. Nel 2023 le nidificazioni registrate sono 444. Si tratta di un picco mai raggiunto in precedenza. L’anno scorso erano state 129.

Tra le aree più gettonate la Toscana, con 23 nidi, localizzati principalmente sui litorali delle province di Livorno (11 nidi, quasi tutti sull’Isola d’Elba), Grosseto (4 nidi tra Castiglione della Pescaia, la Feniglia e l’Isola del Giglio). Altro territorio gettonato, quello lucchese, con 4 nidificazioni a Forte dei Marmi.

Un risultato ottenuto grazie all’impegno del gruppo di associazioni e università che operano dietro il coordinamento di ARPA Toscana. Legambiente Arcipelago Toscano all’Elba ha coinvolto di 120 volontari, individuando e monitorando 7 nidi. La stima dei nuovi nati di origine toscana si attesta a 1.150 esemplari. Nel Mediterraneo occidentale complessivamente sono stati identificati 483 nidi.

Tuttavia, le aree di nidificazione spesso coincidono con zone di turismo balneare che, se non opportunatamente gestito, rischia di compromettere la schiusa delle uova. Risulta quindi necessario trovare un compromesso tra attività economiche e salvaguardia della specie, creando un’alleanza tra i diversi stakeholders: operatori del turismo, amministrazioni locali, associazioni per la salvaguardia ambientale, cittadini e comunità scientifica. La sfida principale del progetto europeo Life Turtlenest, che mira a mitigare questi effetti attraverso l’implementazione delle attività di monitoraggio, la messa in sicurezza dei nidi, attività di ricerca scientifica e di informazione rivolte alla popolazione.

“Alla luce di questi numeri, questa porzione del Mediterraneo si conferma un’importante nursery, assumendo quindi un ruolo significativo per la conservazione della Caretta caretta – ha affermato Stefano Di Marco, coordinatore dell’Ufficio progetti di Legambiente e Project Manager di Life Turtlenest –. Per questo diventa impellente garantire adeguate misure di conservazione attraverso la collaborazione con le amministrazioni locali e dare una maggiore spinta alle attività di sensibilizzazione rivolte ai cittadini. Inoltre, risulta necessario implementare i processi di inserimento della Caretta caretta nei siti Natura 2000 dove la specie non è ancora presente e istituirne di nuovi laddove necessari, mediante la creazione di un’ampia rete di collaborazione”.

Dai nidi deposti ci si attende la nascita circa 20mila baby-tartarughe, che, una volta in mare, dovranno fronteggiare una serie di pericoli e insidie. Infatti, si stima che soltanto 1 esemplare su 1000 arrivi all’età riproduttiva (20-25 anni).

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