Una contrazione del 12,4 per cento. La crisi per l’artigianato toscana non sembra avere fine.  A confermarlo sono i dati che la Cna Toscana, in collaborazione con Irpet e Istat,  ha elaborato sulla base della contabilità delle imprese nelle cinque province di  Arezzo, Grosseto, Pisa, Prato e Siena.


I numeri – I dati in queste cinque province confermano l’impatto della crisi sull’artigianato anche nel 2009. I dati contabili disponibili sono ancora quelli del primo semestre ’09, ma anche nella seconda parte dell’anno non si sono avvertiti segnali di cambiamento. Nel primo semestre 2009 l’artigianato delle cinque province analizzate con Trend (Arezzo, Grosseto, Pisa, Prato e Siena) si attesta su un fatturato complessivo di poco superiore ad 1,5 miliardi di euro, registrando, rispetto al secondo semestre del 2008, una perdita di 215,7 milioni, cioe’ una contrazione del 12,4%. Le 5 province, pur accomunate da una tendenza depressiva dilagante, presentano profili evolutivi differenziati di assorbimento della crisi. Pisa e Siena sono i casi in cui la crisi si e’ manifestata piu’ tardi e, proprio per questo motivo, l’artigianato di questi territori arretra notevolmente nel 2009. Ad Arezzo, Grosseto e Prato, dove l’artigianato aveva gia’ subito pesanti perdite nel 2008, la situazione e’ stabile, anche se il quadro e’ pesante: un artigianato sofferente e ridotto ai minimi termini rispetto a quello che era solo due o tre anni fa. Infatti nel primo semestre 2009 rispetto al secondo semestre 2008 a Prato la contrazione di fatturato e’ stata limitata (-2,6%), mentre a Grosseto sembra essersi temporaneamente arrestata (+1); ad Arezzo invece il fatturato artigiano e’ cresciuto del 9,1% circa: non e’ questo purtroppo un segnale vero di ripresa, ma solo un risultato positivo soprattutto per l’impatto di componenti cicliche e del settore edilizia.


La situazione nelle cinque province – Ad Arezzo nel primo semestre 2009 il fatturato delle costruzioni ha superato quello del manifatturiero, sempre in grave difficolta’: rispetto al primo semestre 2008 -14,1% e’ la perdita complessiva del settore manifatturiero, con il comparto legno/mobili a -38,7% e l’oreficeria a -19,9%. A Grosseto la buona tenuta del primo semestre 2009 rispetto ai livelli di fatturato di fine 2008 e’ una magra consolazione, poiche’ il confronto con il primo semestre 2008 da’ -39,2% nelle costruzioni, -11,9% nei servizi e -11,5% e nel manifatturiero. A Pisa c’e’ stata una contrazione generalizzata del fatturato delle imprese artigiane talmente intensa da essere degna di nota anche nell’ambito di una situazione di crisi generalizzata e questo in tutti i settori: costruzioni -25,4%, servizi -12,8%, manifatturiero -29,4%. Questo dato del manifatturiero e’ causato da un vero e proprio crollo della metalmeccanica: -52,4% il fatturato delle imprese artigiane meccaniche alla fine del 1° semestre 2009 rispetto al 2° semestre 2008. A Prato l’artigianato manifatturiero (che ancora rappresenta il 60% dell’artigianato nel suo complesso) non segnala nel primo semestre 2009 ulteriori peggioramenti rispetto al quadro critico di fine 2008; di fronte ad una flessione pesante nel settore dei servizi (-26,2%), ma leggera in quello delle costruzioni (-2,9%), e’ proprio il manifatturiero che fa registrare una leggera crescita: +2,3%, alla quale concorre la variegata filiera del tessile-abbigliamento (+ 5,1%) ed il comparto della metalmeccanica (+12,2%). A Siena dopo anni di tenuta complessiva dell’artigianato, la crisi arriva in modo pesante e sembra soprattutto originata dal rallentamento del ciclo degli investimenti, dal raffreddamento del mercato immobiliare e dal crollo dei fatturati nelle costruzioni (-39,6%). Anche il manifatturiero e i servizi, benche’ in misura minore, risentono della crisi. Le perdite sono contenute nei servizi (-5,1%), ma piu’ marcate nel manifatturiero (-22,2%).


Appello alla Regione – “Non ci resta che sperare nel 2011 – ha detto  il presidente Cna Toscana, Valter Tamburini -la flessione di ordini e fatturato, le crescenti difficolta’ a mantenere i posti di lavoro pesano sull’umore degli imprenditori toscani che ancora non vedono segnali di uscita dal tunnel e indicano la criticita’ maggiore nella stretta del credito. E’ per questo che chiediamo con insistenza alla Regione Toscana di sostenere l’artigianato e, in particolare, sottolineiamo che e’ per noi improrogabile la riapertura del fondo di rotazione, lo strumento che, con finanziamenti a tasso zero, negli anni passati ha maggiormente sostenuto gli investimenti delle imprese artigiane”.


Firenze

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