E’ allarme per il verde urbano nella gran parte delle province toscane. A lanciarlo è Legambiente sulla base della XIX edizione di Ecosistema  Urbano e in occasione della sosta del Treno Verde, iniziativa di Legambiente e Ferrovie dello Stato, alla stazione di Campo di Marte a Firenze.
 
Le province bocciate A confermare l’urgenza di affrontare seriamente il tema del verde urbano nella regione Toscana il Rapporto sulla qualità ambientale dei comuni capoluogo di provincia. La bocciatura è totale per Grosseto, Livorno, Pisa e Pistoia che fanno ancora molto poco sul fronte degli spazi verdi fruibili per i propri cittadini e si piazzano agli ultimi posti della classifica italiana tra le medie città. Appena 4 i metri quadrati (tra verde di quartiere, parchi urbani e verde storico) a disposizione di ogni abitante di Grosseto,rispetto a una media nazionale di 12,5, nonostante nel territorio comunale vi sia un totale di aree verdi ben al di sopra di quello di altre realtà italiane: 1877 i metri quadrati ogni ettaro di superficie(la media è di 1576). A Livornonon va affatto meglio con 5 mq/abitanteanche qui in presenza di ben 2454 mq/ha. A Pisail dato è quasi imbarazzante: da un lato, infatti, è la prima città italiana, tra le medie, per aree verdi totali (con 7113 mq/ha), dall’altro vi sono appena 6 mq per ogni abitante. A Pistoiai metri quadri salgono a 7, ancora lontani dalla media nazionale di 11,8. Tra le piccole città Siena riesce a mantenersi a galla con 11mq/ab.
 
Le province promosse Buoni, invece, i numeri degli altri capoluoghi toscani: a Firenze ogni cittadino può fruire di  12mq di spazio verde a fronte di una media nazionale di 10mq, con un totale di 1731 metri quadrati ogni ettaro di superficie comunale, molto più della media delle grandi città che si ferma a 1372 mq/ha; ad Arezzo le aree verdi totali sono appena 513mq/ha, un terzo della media di 1576, ma con un verde fruibile di 19mq/abitante (media nazionale di 12,5); a Lucca sono 3308 i metri quadrati per ettaro con 42mq per abitante di verde fruibile; a Prato le aree verdi totali sono 3291 mq/ha e i mq per abitante sono 35; infine Massa con 18 mq/ab di spazi fruibili e 3311 mq/ha totali.
 
Più verde, più qualità della vita «Curare al meglio il verde urbano è un indiscutibile interesse prioritario – dichiara Stefano Raimondi, dell’Ufficio Aree protette e biodiversità di Legambiente –. Nelle città dove gli spazi verdi sono più diffusi, più fruibili e meglio gestibili, la qualità della vita è maggiore. La nuova Legge sul verde urbano che, tra le altre cose, prevede che ogni comune con popolazione superiore ai 15 mila abitanti debba dotarsi anche di un vero e proprio “catasto” degli alberi, un bilancio arboreo del comune che obbligatoriamente i sindaci dovranno rendere noto due mesi prima della scadenza naturale del proprio mandato, non potrà che trovare in una città decisamente in prima fila su questi temi come quella di Firenze, un terreno già pronto ad accogliere al meglio le novità introdotte dalla nuova normativa. È per questo motivo che Legambiente auspica che il capoluogo toscano possa farsi modello per le realtà meno virtuose in questo senso a livello regionale, assumendo il ruolo di capofila di una vera e propria rete ecologica provinciale e di scala anche più ampia, al fine di ribadire l’importanza di adottare standard del verde negli strumenti urbanistici e favorire così la creazione intorno alle aree urbane di cinture verdi».
 
Appello al Comune di Firenze Firenze diventi un modello in Toscana ed istituisca una rete ecologica e un sistema di aree protette di cintura urbana partendo dal Parco della Piana. E’ quello che chiede Legambiente all’amministrazione comunale fiorentina dal parco urbano allestito a bordo del Treno Verde, in sosta al binario VIII della stazione di Firenze – Campo di Marte da oggi a mercoledì 27 marzo. La campagna per il monitoraggio dell’inquinamento acustico e atmosferico delle maggiori città italiane, realizzata da venticinque anni da Legambiente e Ferrovie dello Stato Italiane, quest’anno è dedicata alla qualità e all’innovazione degli agglomerati urbani. Rigenerazione che non può che passare dalla tutela e dalla valorizzazione degli spazi verdi pubblici che, da qualche settimana, sono tutelati anche da una normativa nazionale. Una legge che lancia anche un chiaro segnale per adottare standard del verde negli strumenti urbanistici e favorire la creazione di cinture verdi intorno alle aree urbane, oltre all’incremento del patrimonio arboreo per potenziare l’assorbimento di anidride carbonica. La normativa, inoltre, vara una serie di azioni tra cui, finalmente, la tutela degli alberi monumentali e la creazione di giardini e orti.
 
Appello alla Regione Toscana «Le amministrazioni comunali toscane mettano subito in pratica la nuova legge nazionale sul verde pubblico approvando una normativa comunale a tutela del verde urbano – dichiara Fausto Ferruzza, presidente di Legambiente Toscana –. La città di Firenze, inoltre, per raggiungere gli standard di altre città italiane ed europee, deve creare subito aree protette per la cintura urbana e investire sulla rete ecologica per tutelare la biodiversità. Si tratta di aree di transizione tra la citta e la campagna che sono molto importanti per tutelare il paesaggio agrario e la campagna e  limitare il consumo di suolo e lo sprawl urbano. Anche la Regione deve però fare al più presto la sua parte con la realizzazione, senza ulteriori resistenze, del Parco della Piana che deve diventare l’elemento ordinatore dell’intera pianificazione d’area vasta Firenze-Prato-Pistoia. Nella Piana debbono trovare spazio quegli interventi che possono creare le condizioni per una rinascita di queste aree marginali, partendo dalla valorizzazione ambientale, naturalistica, ricreativa ed infine agricola. Invece, ancora una volta, si progettano su quest’area infrastrutture pesanti (inceneritore, nuova pista aeroportuale, terza corsia autostradale, etc.) che consumerebbero altro suolo in un territorio  già pesantemente penalizzato dall’espansione metropolitana. Proprio per questo rilanciamo dal Treno Verde il nostro appello affinché l’ente regionale promuova un tavolo di discussione, in una cornice di valori condivisi, con la Regione Emilia Romagna e il prossimo Governo nazionale, affinché l’hub aeroportuale Firenze-Bologna-Pisa assuma davvero una statura europea, sia dal punto di vista ecologico che funzionale».

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