In tempi bui, di profonda incertezza c’è almeno uno sicurezza per i cittadini toscani. Gli eventi avversi che si verificano negli ospedali toscani sono percentualmente la metà rispetto alla media nazionale: 2,54% (la percentuale e' calcolata sui pazienti che passano più di una giornata in ospedale), contro una percentuale nazionale del 5,17%. Con il dato italiano perfettamente in linea con quelli degli altri Paesi europei (Francia 5,1%, Olanda 5,7%) o addirittura inferiore (Spagna 9,3%). Non che ci sia da augurarsi di andare in ospedale, ma almeno sappiamo che il livello delle strutture ospedaliere toscane gode di buoni standard qualitativi.

Lo studio A sostenerlo uno studio finanziato dal ministero della salute e sviluppato in cinque grandi aziende ospedaliere italiane: Niguarda di Milano, Careggi a Firenze, azienda ospedaliera di Pisa, San Filippo Neri di Roma, Policlinico di Bari. Altro aspetto rilevante della ricerca sono le conseguenze degli ''eventi avversi'', che nel 66% dei casi provocano un prolungamento della degenza (ogni giorno di degenza ha un costo per il sistema sanitario nazionale di 400 euro) e nel 28% possono comportare una disabilità o il decesso del paziente.

La Toscana a raggi x Per quanto riguarda la Toscana, in particolare, il Centro Gestione Rischio Clinico (una delle strutture italiane di riferimento per la gestione del rischio clinico), sempre nell'ambito della ricerca, ha esteso l'indagine a tutte le aziende sanitarie e ospedaliere toscane. I risultati dei due studi verranno presentati al VI Forum Risk Management in Sanità, che da oggi fino a venerdì 25 si tiene, come ogni anno, ad Arezzo.

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