L’impresa al centro delle politiche per l’agricoltura, per sostenere la competitività e incrementare il reddito degli agricoltori. Lo sottolinea la Cia Toscana, che stamani a Firenze ha svolto la quinta Assemblea elettiva regionale dal titolo “Agricoltori protagonisti”, che ha visto la partecipazione di agricoltori da tutta la Toscana e rappresentanti del mondo delle istituzioni e addetti ai lavori.


La crisi – Un’assemblea che giunge in una fase di crisi per l’agricoltura, la più grave degli ultimi venti anni: la cerealicoltura ha registrato nel 2009 la perdita di redditività (-500 euro per l’agricoltore ogni ettaro coltivato) e crollo del 30% della superficie coltivata; drammatica la situazione della zootecnia; – 30/40% i prezzi alla produzione di olio e vino che registrano crisi di mercato come mai in passato; crisi per il settore vivaistico, e caduta della domanda del settore floricolo arrivata nel secondo semestre 2009 al 50%; e non va meglio l’ortofrutticoltura, che deve subire una concorrenza selvaggia, con prezzi in caduta libera giunti al livello di 20 anni fa mentre i costi sono decuplicati.


Progetto impresa – “Si può ripartire solo mettendo al centro del sistema l’impresa agricola e l’agricoltore – ha detto Giordano Pascucci (nella foto), presidente della Cia Toscana nella sua dettagliata relazione di fronte all’assemblea -, per questo la Cia lancia il Progetto impresa che proponiamo alla società toscana ed ai candidati alla guida della prossima giunta regionale”. La Cia vuole promuovere un salto di qualità nella capacità del sistema Toscana di organizzarsi ed affermarsi nel mercato, superando l’attuale fase di frammentazione, di ripiegamento su sé stessi, talvolta di rassegnazione. “E’ necessario un taglio netto ai vincoli ed alla burocrazia – spiega Pascucci – nessuna attività imprenditoriale può supportare il peso economico di 110 giornate all’anno per sbrigare le pratiche burocratiche”. Obiettivo è ridurre il peso della burocrazia del 25% entro il 2012. Quindi è necessario il sostegno all’aggregazione del prodotto e dei produttori: “Il potenziamento dell’organizzazione economica delle imprese – aggiunge il presidente Cia – è essenziale per una agricoltura competitiva, per cui va ridefinita una strategia di rilancio della cooperazione, delle organizzazioni di prodotto, di consorzio e dell’associazionismo, compresi i consorzi agrari che per statuto devono essere strumenti partecipati dai produttori”. La Cia toscana poi punta il dito sul rilancio delle strategie di filiera, potenziando il settore agroalimentare, le strutture di trasformazione, le piattaforme logistiche e le infrastrutture. “Vanno poi fatti accordi di filiera – dice Pascucci – per la valorizzazione delle produzioni locali di qualità, e favorire varie forme di vendita diretta oltre ai mercati contadini”. E poi afferma la Cia è necessaria una promozione organizzata dell’agricoltura multifunzionale per lo sviluppo di nuove opportunità connesse con il ruolo multifunzionale dell’agricoltura che richiede nuove strategie che coinvolgano imprese ed istituzioni.


Ricambio generazionale – Va poi favorito il ricambio generazionale, un’esigenza primaria per garantire un futuro al settore. Non meno importanti le politiche del lavoro ad hoc per l’agricoltura, fra cui l’incremento della formazione e della sicurezza, semplificazione normativa, riduzioni dei costi del lavoro, e controlli al’irregolarità. Sulla promozione dell’agroalimentare inoltre, la Cia Toscana ha un’idea chiara: “Sono troppi i soggetti che fanno promozione, vanno invece trovate strategie regionali sulla promozione che coinvolgano tutti i soggetti coinvolti, imprese ed enti pubblici”. Infine secondo la Cia regionale è necessario per il comparto avere un maggiore accesso al credito, con forme più snelle, dinamiche e con strumenti ed interventi adeguati.


Firenze

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