Diminuire la densità di cinghiali, caprioli, daini e cervi sul territorio regionale, specie in quelle aree dove la loro presenza crea gravi problemi al mantenimento dell’equilibrio naturale del territorio, alle coltivazioni e alla sicurezza sulle strade. Questo l’obiettivo della legge regionale sull’emergenza ungulati che andrà domani all’approvazione della giunta regionale  e illustrata oggi a Firenze dall’assessore regionale all’agricoltura Marco Remaschi e dal sottosegretario all’ambiente Silvia Velo. cinghiali«Oggi presentiamo una legge per affrontare l’emergenza ungulati in Toscana, dove la concentrazione di cinghiali ė quattro volte superiore alla media nazionale, con l’obiettivo di tutelare la sicurezza delle persone, salvaguardare la produzione agricola e, soprattutto, di preservare la biodiversità – ha dichiarato Velo -. C’è, infatti, un tema ambientale da affrontare perché un’alta concentrazione di ungulati ha come effetto un danno agli ecosistemi, mettendo a rischio la sopravvivenza di altre specie. Il Ministero dell’Ambiente – ha continuato il sottosegretario – ha supportato la Regione Toscana da un lato attraverso il lavoro dell’ufficio legislativo e della Direzione Protezione Natura verificando la congruità della norma regionale rispetto a quelle nazionali e comunitarie. Dall’altro, abbiamo messo a disposizione le competenze scientifiche e le professionalità di Ispra, l’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale, che, tra le altre cose, supporterà la Regione durante la fase importantissima dei monitoraggi per verificare l’efficacia degli interventi. Si tratta di un provvedimento frutto della collaborazione tra Governo e Regione, una buona pratica che può essere estesa alle altre Regioni che si trovano ad affrontare problemi analoghi».

cinghialiTutela concreta dell’agricoltura «Lo spirito della legge – ha detto l’assessore Remaschi – è quello di tutelare concretamente l’agricoltura e l’equilibrio ambientale del nostro territorio. I danni alle coltivazioni agricole provocate dalla presenza sovradimensionata degli ungulati non sono più tollerabili. La crescita esponenziale della presenza di ungulati è tale che il disequilibrio dei nostri sistemi, se non interveniamo, è destinato ad aumentare. La proposta di legge che abbiamo scritto si pone a monte di un’azione programmata che dovrà essere seria, ben regolamentata e limitata nel tempo. La legge sarà continuamente monitorata sia perché possa essere applicata nel migliore dei modi sia per limitare al massimo gli effetti indesiderati».

Toscana seconda regione europea per ungulati La Toscana ha una densità record per il numero di ungulati ogni chilometro quadrato, che ne fanno la regione europea con il maggior numero di ungulati, inferiore solo ad alcune zone dell’Austria. Sono stimati nella nostra regione infatti circa 200.000 caprioli, altrettanti cinghiali, 8.000 daini e 4.000 cervi. Ciò è dovuto anche alla particolare conformazione del territorio, coperto da boschi e foreste per il 60%, nonché dalla qualità ambientale particolarmente favorevole per la fauna e in particolare per gli ungulati. La legge introdurrà una revisione generale della normativa vigente e, nell’ambito di questa, delle aree vocate e di quelle non vocate. All’interno di queste ultime si collocheranno le aree considerate più problematiche. Queste ultime potranno essere gestite con forme di caccia di selezione per tutte le specie interessate e per un periodo ampio del calendario. Sarà data la possibilità agli agricoltori di poter gestire le catture sul proprio fondo. La nuova normativa avrà validità limitata nel tempo, tre anni, per permettere di verificare i risultati ottenuti. In questo periodo, attraverso i monitoraggi e i censimenti di Ispra (Ministero Ambiente) e CIRSEMAF (Centro interuniversitario studi faunistici) sarà tenuta sotto controllo la densità di ungulati in zone campione e l’incidenza dei danni.  Sarà prevista anche una serie di azioni di valorizzazione delle carni selvatiche: la legge creerà i presupposti per la creazione di una filiera per la commercializzazione di una parte almeno delle carni di selvatici, molto richieste dal mercato. La carne, frutto dell’attività di selezione, sarà utilizzata anche per azioni di solidarietà sociale.

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