Allontanato dal lavoro e dal posto di direttore di un quotidiano in nome della libertà di informazione e diritto di cronaca. E’ il caso di Mauro Tedeschini, fino a ieri direttore de La Nazione, sostituito dall’editore Andrea Riffeser Monti con Gabriele Canè, vicedirettore del QN. All’origine della decisione presa ci sarebbe la cronaca delle diatribe in atto a Siena tra Comune e Fondazione Mps e che spaziano dal futuro della Banca MPS alle più recenti polemiche in vista dell’approvazione di bilancio consuntivo dell’amministrazione comunale (leggi). Una cronaca avvenuta a colpi di interviste ma anche di comunicati stampa inviati dagli uffici comunicazione degli enti in questione. Ma modalità, tempi e spazi in pagina non devono essere piaciuti a qualcuno oltre chiaramente all’editore, lo stesso del Resto del Carlino e Il Giorno.
 
Azioni e reazioni in poche ore L’avvicendamento alla direzione de La Nazione, storico giornale di Firenze fondato nel 1861 da Bettino Ricasoli, è avvenuta ieri e tutto si è svolto nel giro di pochissime ore ma, inevitabilmente, senza lasciare indifferenti i giornalisti presenti in redazione. Tedeschini avrebbe preso atto della decisione dell’editore e lasciato la sua scrivania, dopo una affollata assemblea dei redattori della testata che avrebbero commentato con applausi la decisione del loro direttore e annunciando cinque giorni di sciopero.
 
Giornalisti contro lobby «Un giorno di sciopero immediato – si legge nella nota diramata dal cdr del giornale – dopo che l'editore ha licenziato il direttore Mauro Tedeschini a seguito delle pressioni di una lobby politica e bancaria, e ciò mentre il giornale dava segnali significativi di successo nelle vendite. La decisione, improvvisa e assolutamente inattesa, assunta da un editore che peraltro si erge a paladino della diffusione della stampa quotidiana tra i giovani – prosegue la nota -, offende profondamente l'autonomia e la dignità di tutti i giornalisti di un quotidiano protagonista di tutta la storia d'Italia, fino dalla costruzione della unità nazionale. L'assemblea, in attesa dell'incontro con l'azienda programmato per il 26 aprile, ha inoltre mantenuto il pacchetto di cinque giorni di sciopero proclamati dal coordinamento dei Cdr del Gruppo in reazione alla prima bozza di piano di ristrutturazione che prevede tagli al personale, chiusure di redazioni e uffici di corrispondenza. Un piano che rischia di compromettere ulteriormente la presenza capillare e diffusa sul territorio e la capacità di informare con la consueta completezza e tempestività i lettori».
 
La protesta immediata del mondo della stampa Alla notizia è seguito anche lo sconcerto della Fnsi e di Assostampa che in una nota condannano la decisione: «La Giunta esecutiva della Fnsi e  l’Associazione Stampa toscana, insieme con la Consulta delle Associazioni Regionali di Stampa, esprimono la più viva protesta e grande sconcerto per l’inaudito licenziamento del direttore del La Nazione Mauro Tedeschini, sacrificato dall’editore a seguito di contrasti sulle autonome e libere scelte di informazione a lobby politica e bancaria. Tutto il Sindacato dei Giornalisti è al fianco dei colleghi del La Nazione che hanno proclamato un giorno di sciopero immediato per denunciare l’intollerabile offesa all’autonomia e alla dignità del direttore e dell’intero corpo redazionale di un giornale storico del nostro paese.  La Giunta della Federazione della Stampa, l’Associazione Stampa Toscana e la Consulta di tutti i Presidenti  dell’Associazione Regionali di Stampa denunciano con forza all’opinione pubblica i gravissimi rischi di ingerenza  – anche indiretta – che minano le autonomie editoriali (anche quelle delle imprese che magari ne diventano corresponsabili) attraverso conflitti di interesse e la sovrapposizione di poteri di condizionamento. La vicenda è spia di un gravissimo allarme che non può non suscitare la riprovazione pubblica e l’assunzione di iniziative a tutela dell’autonomia  e dello statuto dell’impresa editoriale».

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