Banche: protesta risparmiatori Etruria, 'rivogliamo soldi rubati'
Foto: Ansa

Una cinquantina di risparmiatori si è radunata stamani, come annunciato dal comitato ‘Vittime del salva-banche’, davanti alla sede centrale di Banca Etruria ad Arezzo. Il gruppo ha anche cercato, senza successo, di entrare dentro la sede dell’istituto di credito gridando «ladri, ladri». Issati striscioni e cartelli con scritto «Qui giace la fiducia nel sistema bancario» e «Rivogliamo tutti i soldi che ci avete rubato».

La protesta L’iniziativa è stata indetta «per protestare – spiega un volantino degli organizzatori – contro l’indolenza della nuova Banca Etruria nel trovare una soluzione per le vittime di questa criminale manovra». Svanito il tentativo di fare irruzione all’interno della sede di Banca Etruria, i contestatori sono stati circondati dalle forze dell’ordine, mentre la strada dove si trova la banca è stata bloccata dai vigili urbani. L’iniziativa è stata organizzata «per far sapere che i risparmi non sono al sicuro – spiegano gli organizzatori – e che il sistema bancario italiano non è stabile, ma in balia di una Unione Europea dispotica, di un Governo che non è in grado di tutelare i suoi cittadini e di istituzioni, quali Banca d’Italia e Consob, che hanno conflitti d’interessi talmente grandi da ingannare volutamente il risparmiatore italiano».

Codacons dalla parte dei risparmiatori Il Codacons ha espresso pieno appoggio ai risparmiatori che oggi sono scesi in piazza ad Arezzo. L’associazione, riferisce una nota, ha programmato per i prossimi giorni nuove iniziative e altre mobilitazioni dei risparmiatori in varie città italiane, contro il salvataggio di Banca Marche, Banca Etruria, Carife e Carichieti. «Le nostre iniziative a tutela dei risparmiatori non si fermano però alle proteste di piazza – spiega il presidente Carlo Rienzi -. Stiamo infatti definendo le prime cause risarcitorie che partiranno a inizio 2016, attraverso le quali gli investitori che hanno visto azzerati i propri risparmi chiedono il rimborso integrale delle obbligazioni subordinate, vendute in modo truffaldino senza adeguate informazioni sui rischi e in mancanza di avvisi alla clientela circa lo stato di dissesto degli istituti emittenti. Questo perché riteniamo che l’arbitrato voluto dal Governo non sia una strada percorribile, poiché non si possono dividere i risparmiatori in “buoni e cattivi”, e gli indennizzi spettano indistintamente a tutti devono essere integrali – prosegue Rienzi -. Tuttavia quei risparmiatori che decideranno di partecipare all’arbitrato, per quanto sia uno strumento sbagliato e discriminatorio, devono essere pienamente tutelati: proprio per questo abbiamo chiesto la presenza di un rappresentante Codacons alla procedura».

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