Crediti immagine: ESA

SIENA – Sarà la prima donna a capo dei Programmi di Osservazione della Terra dell’Agenzia spaziale europea (Esa). Simonetta Cheli, senese classe ’63, dall’1 gennaio 2022 guiderà il centro Esrin di Frascati, succedendo a Josef Aschbacher, diventato Direttore Generale dell’Esa a marzo 2021. La nomina è arrivata durante il 300esimo Consiglio dell’Esa in corso a Parigi.

La carta vincente il mix tra expertise tecniche con capacità diplomatiche e di collaborazione internazionale

«Non me l’aspettavo», il primo commento a caldo di Cheli che poi spiega: «avevo preparato la mia candidatura ma sinceramente non me lo aspettavo perché queste sono decisioni complesse dei 22 Paesi dell’Esa, che hanno una dimensione tecnica di expertise ma anche una dimensione politica». A rendere vincente la sua candidatura il «saper combinare expertise tecniche con capacità diplomatiche e di collaborazione internazionale».

Emergenza legata ai disastri naturali tra le prime sfide

Una nomina che considerata in termini di genere, con una donna in una posizione apicale dell’Esa, significa poter contribuire «offrendo una visione diversa delle cose e un modo più costruttivo e meno conflittuale di affrontare i temi».  Tra le sfide dei suoi 4 anni di mandato l’emergenza legata ai disastri naturali. Per affrontarle, sono diverse le priorità segnate in agenda. Innanzitutto «dovremo presentare alla prossima Ministeriale Esa programmi solidi che possano essere finanziati dai Paesi membri per costruire le prossime generazioni di satelliti; poi consolidare i rapporti con l’Ue per garantire il futuro del programma di osservazione della Terra Copernicus. L’altra sfida è quella di integrare nell’osservazione della Terra nuove tecnologie digitali, come l’intelligenza artificiale, per garantire agli utenti l’accesso ai grossi volumi di dati disponibili; poi c’è la necessità di garantire che nei prossimi anni si possano lanciare tutti e 39 i satelliti che l’Esa ha in via di sviluppo, gestendo correttamente tempi e rischi contenendo i costi. Infine, l’integrazione dei nuovi attori commerciali della New Space Economy al settore dell’osservazione della Terra».

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