pazienteSantiagoCe l’ha fatta Carlo Banchelli, il paziente dell’Immunoterapia Oncologica di Siena appena arrivato a Santiago di Compostela dopo aver percorso a piedi oltre 900 km. Il paziente era partito dalla Toscana lo scorso 3 maggio per «affrontare una nuova sfida – aveva detto alla partenza– dopo aver sconfitto il cancro, un melanoma metastatico, grazie alle cure sperimentali ricevute all’ospedale di Siena dall’équipe diretta dal dottor Michele Maio».

Aspettativa di vita di 3 mesi, ora la rinascita A questo sorridente signore di Prato, infatti, era stata data un’aspettativa di vita di tre mesi ma, dopo circa un anno di cure a Siena, sono scomparse le metastasi e la malattia. Ha quindi scelto di rendere pubblica la sua vicenda personale e percorrere il Cammino di Santiago anche in ricordo di un suo caro amico che, purtroppo, non ce l’ha fatta.  Durante tutto il Cammino è rimasto in contatto continuo con l’èquipe del reparto, con l’oncologa Annamaria Di Giacomo che lo ha seguito, e lo psico-oncologo Ivan Parla che lo ha incoraggiato e supportato. Il paziente ha indossato la maglia della onlus “Aquattromani”, che aiuta i pazienti in cura al reparto di Immunoterapia Oncologica e la sua storia ha destato l’interesse e la curiosità di molti pellegrini incontrati in questa particolare esperienza.

pazienteSantiagoPergamena«Il Cammino è stato il completamento della mia terapia» Raggiunto al telefono al momento dell’arrivo, Banchelli, molto emozionato, ha detto: «Appena arrivato mi è venuta alla mente la mia principale motivazione, far conoscere a più persone possibili gli eccellenti risultati ottenuti dal dottor Michele Maio e tutto il suo straordinario gruppo di medici e infermieri dell’Immunoterapia Oncologica dell’ospedale Santa Maria alle Scotte di Siena. Non so se è una mia sensazione o è la verità ma sento che il Cammino è stato il completamento della mia terapia. Mi sono messo in fila per entrare nella Basilica e ricevere la pergamena con le credenziali e lasciare la lettera del mio amico che, purtroppo, non ce l’ha fatta. Anche se oramai è troppo tardi, eravamo d’accordo di lasciarla comunque. E’ stato un turbine di ricordi e non riuscivo più ad uscire da quella Basilica. Infine ho rimesso lo zaino in spalla in direzione Finisterrae per concludere così questa straordinaria esperienza».

 

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