Luci ed ombre. Ma sono necessarie modifiche, anche sostanziali. E’ questo il primo giudizio della Cia Toscana sul Piano paesaggistico appena adottato dal Consiglio regionale della Toscana. E’ senz’altro positiva – secondo la Cia – l’ispirazione generale del Piano, che mette al centro l’obiettivo dare uno stop al consumo di suolo agricolo. Ma nei diversi elaborati che compongono il documento – sottolinea la Cia Toscana -, e soprattutto nelle 20 schede di ambito territoriale, prevale la tendenza a voler condizionare lo sviluppo agricolo ed alla non realistica conservazione di un’agricoltura del passato, che corrisponde ormai a modelli astratti e non più riproducibili.

Quale agricoltura – “Se si sostiene di voler puntare sull’agricoltura come valore essenziale per il paesaggio – afferma Luca Brunelli, presidente Cia Toscana –, non si può poi pretendere di pianificare i paesaggi agrari secondo criteri estetici, che nulla hanno a che fare con l’economia e con le esigenze reali e quotidiane delle imprese. In molte schede si arriva al paradosso di proporre uno stop a nuovi impianti di vigneto, mentre l’Unesco, ad esempio, ha appena riconosciuto i vigneti delle Langhe piemontesi come patrimonio dell’umanità. Nella piana di Pistoia e Prato – prosegue Brunelli – sembra che il principale pericolo per l’ambiente ed il paesaggio sia il vivaismo. Peccato che la Regione Toscana abbia da poco approvato una Legge regionale sul vivaismo per rilanciare proprio il settore, che è linfa vitale per il tessuto socio-economico di quel territorio. Più in generale – prosegue – tutte le schede indicano come obiettivo di qualità il mantenimento di una generica “agricoltura tradizionale” e dei “paesaggi storici”, proponendo di fatto un ingessamento dell’agricoltura. Il paesaggio rurale – conclude Brunelli – è stato costruito e trasformato dagli agricoltori sulla base delle esigenze economiche e produttive. Solo un’agricoltura dinamica, produttiva e competitiva, in grado di produrre beni, servizi e, soprattutto reddito per chi ci vive e ci lavora, può garantire la tutela del paesaggio. Non dimentichiamolo mai

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