Un lungo tira e molla, con al centro una delle questione più importanti per il paesaggio toscano: quello della compatibilità tra l’attività estrattiva e il consumo di territorio. Alla fine il Consiglio regionale della Toscana, a maggioranza, ha adottato l’integrazione al Pit con valore di Piano paesaggistico, che contiene al suo interno anche il cosiddetto ‘Piano cave’, al centro di numerose polemiche. L’assemblea si è espressa a maggioranza con il voto contrario di Fdi, Udc e Pt-Ncd, e l’astensione di Fi. Ora ci saranno 60 giorni di tempo per presentare le osservazioni al piano che dovrà tornare in aula per l’approvazione definitiva. Il Piano non riguarda i soli beni paesaggistici, sui quali già ci sono i vincoli dello Stato, ma l’intero territorio regionale nel suo complesso, secondo quanto previsto sia dalla Convenzione europea sul paesaggio che dal Codice nazionale dei beni culturali e del paesaggio.

cave_marmoAttività estrattive Per quanto riguarda le attività estrattive nel territorio del parco delle Apuane, la disciplina prevede che non sia ammessa l’apertura di nuove cave nell’area di protezione interclusa al parco. E’ invece consentita, a determinate condizioni, la riattivazione delle cave dismesse da non oltre venti anni e l’ampliamento di quelle esistenti. Inoltre i Comuni, nell’ambito del procedimento di autorizzazione, dovranno accertare che le attivita’ estrattive non interessino aree integre, né rinaturalizzate e non tocchino sentieri, percorsi e punti panoramici individuati nella pianificazione territoriale. Al termine dei lavori il Consiglio toscano ha anche approvato una mozione bipartisan che impegna l’Assemblea regionale ad approvare definitivamente il piano entro la fine della legislatura. Nel corso della votazione finale anche Ncd si e’ astenuta sull’atto. La risoluzione collegata al Piano paesaggistico, sottolinea inoltre, la necessità di «approfondire e verificare puntualmente» tutte le correlazioni tra il Piano e «la necessaria competitività del sistema economico toscano». Infine, si chiede, in sede di aggiornamento del protocollo con il Ministero dei beni culturali e del turismo, di semplificare l’apparato procedimentale e amministrativo.

Nuovi treni per pendolariOpera monumentale «Si tratta di un’opera monumentale – ha detto il presidente della Regione Toscana Enrico Rossi – che inciderà  nel dibattito culturale del nostro paese. Per quanto riguarda le Apuane – ha detto – il Piano parifica le situazioni interne ed esterne al parco. La svolta sta nell’aver introdotto regole precise, norme generali che superano una situazione di incertezza. In applicazione di una legge, la Galasso, che risale al 1985, il Piano salvaguarda le vette e le creste delle Apuane, oltre i 1200 metri. Questo e’ un punto che testa irreversibile. Lo skyline delle Apuane viene tutelato e per il resto si lavora, ma con nuove regole». «Per quanto riguarda i vincoli – ha proseguito Rossi – il Piano interviene in una situazione di incertezza, disordine, indeterminatezza, perfino di arbitrio, e fa un grande lavoro di chiarezza in un’ottica di semplificazione. Su alcuni aspetti bisognerà anche coinvolgere il Ministero, perché il Codice del paesaggio contiene alcune incongruenze. Penso alle aree degradate. Come può essere vincolata, mi chiedo, un’area come la zona industriale di Scandicci’? Ci vogliono piani di recupero, che noi siamo disposti a sostenere e finanziare. Anche sulla Galasso abbiamo introdotto dei chiarimenti e ricordo volentieri in questa occasione un esempio del riformismo toscano, cioè il fatto che la Toscana fu la prima regione italiana ad applicare quella legge, con le aree protette volute nel 1986 dal presidente Bartolini e dall’assessore all’ambiente Marcucci».

Bocciata la richiesta di rinvio L’Aula ha invece respinto, a maggioranza, una proposta di risoluzione, primo firmatario Giuseppe Del Carlo (capogruppo Udc), con la quale si chiedeva il rinvio dell’adozione del piano per consentire ulteriori approfondimenti. In sede di votazione degli emendamenti, molti dei quali ritirati o respinti, ne e’ stato approvato uno, primo firmatario Gianfranco Venturi (Pd) ma sottoscritto tra gli altri anche da Nicola Nascosti (Fi) e Maria Luisa Chincarini (Cd), che considera salve ed escluse dalla valutazione paesaggistica «le procedure relative alle attività estrattive che alla data di adozione del presente Piano abbiano già conseguito l’autorizzazione paesaggistica ai sensi del Codice o la pronuncia di compatibilita’ ambientale». Approvato anche un emendamento, primo firmatario Pier Paolo Tognocchi (Pd), che rafforza le salvaguardie a tutela della qualità paesaggistica della valle del Chiecina. Approvato, infine, un emendamento, primo firmatario Nicola Nascosti (Fi), che specifica in modo chiaro a cosa si riferiscono alcune prescirizioni indicate in un articolo del piano e inerenti le attività estrattive. Respinti invece alcuni emendamenti del capogruppo Fds-Verdi Monica Sgherri che chiedevano di abbassare la possibilità di riattivare le cave dismesse da non oltre 20 anni a 10 anni e di prevederne apposite valutazioni.

Le reazioni Confcommercio e Confesercenti Toscana si dichiarano «non del tutto soddisfatte» in particolare «per le parti che riguardano la programmazione delle medie e grandi strutture di vendita». Apprezzabile, secondo una nota congiunta delle associazioni di categoria, «la conferma degli strumenti di programmazione delle grandi strutture e delle aggregazioni delle medie visto che la recente sentenza della Corte Costituzionale demanda ogni forma di pianificazione alla normativa urbanistica. Sentenza che ha destato molta preoccupazione». «Luci ed ombre. Ma sono necessarie modifiche, anche sostanziali». E’ questo il primo giudizio della Cia Toscana sul Piano. «E’ senz’altro positiva – secondo la Cia – l’ispirazione generale del Piano, che mette al centro l’obiettivo dare uno stop al consumo di suolo agricolo. Ma nei diversi elaborati che compongono il documento e soprattutto nelle 20 schede di ambito territoriale, prevale la tendenza a voler condizionare lo sviluppo agricolo ed alla non realistica conservazione di un’agricoltura del passato, che corrisponde ormai a modelli astratti e non più riproducibili». ll Piano Paesaggistico approvato oggi dal Consiglio Regionale della Toscana «segna la vittoria della lobby del marmo e la sconfitta della giunta PD di Enrico Rossi, il quale aveva promesso di non cedere alle pressioni delle aziende del settore, contrarie a qualsiasi limitazione all’estrazione selvaggia che sta distruggendo le montagne del Parco Unesco delle Alpi Apuane per farne dentifrici e intonaci e depredare marmo che viene lavorato all’estero con pesanti effetti sull’occupazione locale», hanno commentato le associazioni ambientaliste.

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