Il protagonista è Gesù in persona. Un Cristo umanissimo, cieco, che sente la responsabilità e il peso di essere solo sul cuor della terra. Dice di essere stato mandato molte volte nel mondo e si confronta coi propri dubbi e le proprie paure. Tra i più apprezzati interpreti del teatro di narrazione, Ascanio Celestini approda giovedì 18 gennaio al Teatro delle Arti di Lastra a Signa (Firenze – ore 21) e sul palco va in scena “Laika”, spettacolo che si dipana tra le ombre di personaggi di periferia, emarginati, ubriaconi.

Lo spettacolo Il Gesù di Ascanio Celestini vive chiuso in un appartamento ai confini della città. Dalla sua finestra si vede il parcheggio di un supermercato e il barbone che di giorno chiede l’elemosina e di notte dorme tra i cartoni. Con Cristo c’è Pietro che passa gran parte del tempo fuori di casa ad operare concretamente nel mondo: fa la spesa, compra pezzi di ricambio per riparare lo scaldabagno, si arrangia a fare piccoli lavori saltuari per guadagnare qualcosa. Questa volta Cristo non si è incarnato per redimere l’umanità, ma solo per osservarla. Con la crisi delle ideologie nate dall’illuminismo e concretizzatesi soprattutto nel ‘900 anche le religioni (in quanto visioni totalizzanti e dunque ideologiche) hanno subito un contraccolpo. A distanza di un paio di millenni ci troviamo ora a rivivere le incertezze del cristianesimo delle origini, frutto dell’ebraismo e seme dell’islam. Ad accompagnare Ascanio Celestini è la fisarmonica di Gianluca Casadei. Voce fuoricampo di Alba Rohrwacher.

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