Clamorosa svolta nella vicenda delle aggressioni con l’acido in Valdelsa. I Carabinieri di Poggibonsi (Siena) hanno arrestato i due coniugi, 48anni lui e 21 anni lei, con l’accusa di calunnia aggravata e continuata.

Aggressioni e sms minatori, tutto una finzione A maggio di quest’anno la coppia aveva denunciato 2 aggressioni con l’acido ai danni dell’uomo: una a febbraio a San Gimignano, la seconda ad aprile a Torino, mentre la terza si è verificata a giugno di nuovo a San Gimignano dove vivevano sotto protezione. Ad essere accusati e arrestati come “mandanti” i genitori della donna: 53 e 45 anni che mal digerivano il matrimonio tra i due a causa della enorme differenza di età. Ma le serrate indagini dei Carabinieri di Poggibonsi, guidati dal maggiore Sergio Turini, hanno permesso di accertare che le aggressioni e i continui sms minatori che i genitori di lei inviavano alla coppia altro non erano che una finzione architettata ad arte dai due sposi per «forte rancore». In particolare è stato accertato che i due sposi facevano ricorso al meccanismo di ‘spoofing’: si servivano, cioè, di una piattaforma telematica, in questo caso, spagnola che consente di inviare sms scegliendo e camuffando il mittente. Ad insospettire gli inquirenti la mancanza di testimoni e l’inesistenza degli esecutori materiali delle stesse aggressioni. Le indagini si sono quindi concentrate sui tabulati telefonici dai quali è poi emerso il ricorso all’attività di spoofing. Dai successivi accertamenti anche le ferite al volto dell’uomo, inizialmente ritenute conseguenza dell’aggressione, sono risultate auto inferte con liquidi e sostanze che hanno causato danni simili a quelli provocati da acido. I genitori della donna sono stati scarcerati, mentre per i due sposi si sono spalancate le porte del carcere di Torino, città dove risiedevano da qualche tempo.

Incastrati da un “lombrico” Ad incastrare i due incastrati la password ‘lombrico’ utilizzata per iscriversi con nome utente sempre diverso alla piattaforma. Dalle indagini è emerso inoltre che anche la scritta minatoria ‘pedofilo’ sulla fiancata dell’auto della coppia e il ritrovamento di ossa di animale vicino alla vettura erano opera degli stessi coniugi per rafforzare le accuse nei confronti dei genitori della donna verso cui serbavano un forte rancore perché non condividevano la loro relazione. «Io faccio le denunce e voi arrestate me», è quanto avrebbe detto la finta vittima delle 3 aggressioni, secondo quanto riferito dai Carabinieri, ieri mattina al momento dell’arresto. La vicenda dei due coniugi residenti nel senese nei mesi scorsi era stata seguita da molti programmi televisivi nazionali dove i due erano stati ospiti spacciandosi per vittime dell’odio dei genitori di lei.

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