ROMA – La regione con il maggior numero di lavoratori domestici è la Lombardia con 174.613 lavoratori (19,5%), seguita dal Lazio (13,8%), dall’Emilia Romagna (8,8%) e dalla Toscana (8,7%). In queste quattro regioni si concentra poco più della metà dei lavoratori domestici in Italia.

Lo spiega l’Inps secondo cui prevale la tipologia di lavoro “colf” con il 52% del totale dei lavoratori, contro il 48% della tipologia “badante”. Anche da questi dati emerge l’invecchiamento della popolazione: dieci anni fa la quota delle colf era decisamente maggioritaria, con il 61,4% dei lavoratori. La tipologia “colf” è prevalente tra i lavoratori italiani e quasi tutti i lavoratori stranieri, ad eccezione di quelli provenienti dall’Europa dell’Est, dall’Asia Medio Orientale e dall’America Centrale, in cui prevale la tipologia “badante”.

Cresce l’età media anche per i domestici.  La classe d’età “50-54 anni” è quella con la maggior frequenza tra i lavoratori domestici (17,2% del totale), ma nel complesso quasi 500mila lavoratori hanno più di 50 anni e meno di 17mila (l’1,9% ) meno di 25. Nel 2022 i lavoratori domestici sotto i 45 anni rappresentano il 30,2% del totale mentre dieci anni nella stessa fascia di età erano quasi la metà del totale (49,7%).

In questo settore le donne in media hanno una retribuzione più alta rispetto agli uomini. Il 46,5% degli uomini si colloca sotto i 5mila euro l’anno, contro il 39,7% delle donne.

Articolo precedenteMaturità. Quasimodo, Moravia, Piero Angela e Oriana Fallaci. L’elogio dell’attesa nell’era di Whatsapp
Articolo successivoSanità italiana a due velocità: Toscana promossa da rapporto Crea