SIENA – Lavoro, sviluppo e crescita accompagnate da dignità del lavoro, sostegno alle imprese e alle famiglie, affrontando i temi dell’agenda sociale con uno sguardo attento sul territorio senese: un patto tra sindacato, istituzioni, mondo economico e lavoratori. E’ questa la richiesta che viene dal primo Open day della Cisl Siena che si è concluso nei Giardini della Lizza e che ha visto le conclusioni affidate al segretario nazionale Luigi Sbarra. Tanti gli ospiti presenti tra cui il segretario generale Cisl Toscana Ciro Recce, il sindaco di Siena Luigi De Mossi, il vice presidente della Provincia di Siena facente funzioni David Bussagli, il presidente della Camera di Commercio di Siena e Arezzo Massimo Guasconi e il segretario generale della Camera di Commercio di Siena e Arezzo Marco Randellini. Presenti i segretari nazionali, regionali e locali delle categorie oltre a Cgil e Uil Siena.

“Adesso, dopo le elezioni, è tempo di azioni e risposte. Creare più occupazione, rendendola stabile, garantendo salute e sicurezza a chi lavora – ha detto il segretario generale Riccardo Pucci nella sua relazione. – La regione e le istituzioni locali devono parlare di più di formazione e di politiche attive per valorizzare il lavoro e la persona. I dodici punti programmatici del nostro Segretario Nazionale Luigi Sbarra sono la road map del lavoro futuro, visti come opportunità di sviluppo ed occupazione. Infrastrutture, transazione ecologica, digitalizzazione, welfare, scuola, salute e sanità. Tanti i temi su cui lavorare e su cui l’agenda proposta guida verso il giusto percorso. Una di queste sfide, molto concreta, è proprio quella di costruire, promuovere, disseminare, a partire dai concetti di sostenibilità e di prossimità, nuove imprese territoriali di comunità” ha concluso Pucci.

I dati nel territorio senese Sostanziale diminuzione delle imprese registrate in provincia di Siena, secondo i dati offerti da Confcommercio – Imprese per l’Italia. Si passa dalle 28.294 del quarto trimestre 2019 ai 27.988 del secondo trimestre 2022, con un forte decremento per l’agricoltura, silvicoltura e pesca (- 78), attività manifatturiere ( -90), costruzioni (-105), commercio all’ingrosso (-157).

Sui dati degli addetti delle imprese registrate in provincia di Siena, spicca la diminuzione importante su agricoltura (-8.991), commercio (-697), attività di servizi di alloggio e ristorazione (-2.256). Questo porta ad un decremento degli addetti tra il quarto trimestre 2019 e il secondo trimestre del 2022 di oltre 12.954.

Dopo la fase del 2020, dovuta all’emergenza pandemica si è ampliato eccezionalmente la domanda in settori quali farmaceutica, prodotti chimici e prodotti alimentari.

Il tasso di disoccupazione provinciale si colloca nel 2021 al 5,9%, in discesa progressiva negli ultimi anni.

Nella provincia di Siena, secondo i dati Istat, un adulto in età lavorativa su quattro è inattivo (dato inferiore alla media toscana e nazionale) e il valore è aumentato del 3,4% nell’ultimo anno. Ciò si è tradotto in un aumento del tasso di inattività di oltre due punti percentuali dal 26% al 28,6%. Le ore di cassa integrazione, secondo i dati dell’osservatorio CIG dell’Inps, presentano, nell’ultimo anno un valore enorme, oltre cinque milioni di ore pagate anche se in calo dal 2020. Sul territorio senese, secondo i dati aggiornati dell’ente bilaterale toscano (EBRET) e dal nostro ente bilaterale territoriale (CIA), il Fondo di Sostegno al Reddito porta una differenza di ore tra il 2019 e il 2020 di oltre 335.400. Sul Fondo assistenza, vi è una differenza tra i primi sei mesi del 2021 con i primi sei mesi del 2022 che portano un dato di incremento con più euro 387.289,32. Il reddito medio disponibile è tra i più elevati in Toscana, siamo tra le prime venticinque provincie italiane, ma sono aumentati del 36% chi si è rivolto alla Caritas per sostegno alimentare (vedi spesa e mensa); uomini, e stranieri, ma con un aumento del 47% degli italiani rispetto al 2021.

PIL e occupazione hanno mostrato un lieve recupero nel 2021 delle posizioni perse con la pandemia, ma tutto, cambia purtroppo, dall’inizio del 2022, con i forti rincari energetici e la guerra in corso. Le prime stime di IRPET, basate su ipotesi abbastanza realistiche di un tasso di inflazione all’8% da marzo in poi mostrano che la crescita del PIL toscano rischia nel 2022 di dimezzarsi, passando dal 4,6% al 2,4%. Se gli attuali prezzi di luce e gas non scenderanno ci sarà un incremento su base annua dei costi di 27 mila euro ad impresa, addirittura di 55mila nel settore manifatturiero.

15mila imprese toscane vedrebbero passare il loro margine operativo lordo da positivo a negativo. L’incidenza dei costi di luce e gas per le famiglie toscane passerà da 8 a 13 punti percentuali, che, in concomitanza dell’aumento dell’inflazione, rischiano di ridurre il potere di acquisto delle famiglie di circa 1.800/2000 euro su base annua.

 

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