commissione-mps«Renzi ha detto che la politica non deve occuparsi delle banche? Quella di Renzi è una balla vera e propria perchè il ministro Padoan interviene su indicazione del presidente del Consiglio, non ha autonomia decisionale e quindi è una balla che i partiti non gestiscono piu’il sistema delle banche». Così Giacomo Giannarelli, presidente della Commissione regionale di inchiesta su Mps e consigliere regionale del Movimento 5 Stelle presentando le conclusioni delle audizioni cominciate lo scorso ottobre.

Giannarelli: «Renzi non è un rottamatore» «Non è il problema della politica che si occupa delle banche ma il problema è quando i partiti si occupano delle banche e quando le banche si occupano dei partiti – ha aggiunto Giannarelli –  allora questo intreccio è molto pericoloso ed oggi noi lo vediamo è sotto gli occhi di tutti. Renzi non ha portato discontinuità, non è un rottamatore come si è spacciato in questi anni, anzi è la foglia di fico che serve per giustificare le solite operazioni che sono state fatte da vent’anni a questa parte».

mps_24.jpgMarras: «Su Mps ci sono responsabilità politiche precise» «Noi nelle conclusioni del nostro lavoro di commissione abbiamo parlato sulla vicenda della banca Mps di responsabilità individuali, personali, che hanno riguardato chi ha avuto responsabilità nella banca, nella fondazione, nella politica, e chi ha avuto elementi di garanzia approfondita – ha aggiunto Leonardo Marras, capogruppo del Pd in Consiglio regionale e membro della commissione di inchiesta su Mps – Ci sono responsabilità politiche precise. Singolare è pero’ dare tutte le responsabilità al Pd perchè a differenza che su scala nazionale il Pd si è formato in maniera differente a Siena dove Ds e Margherita hanno avuto una loro separazione anche oltre il 2007, anno di fondazione del Pd. Il punto di snodo di responsabilità derivano dalla riforma bancaria e dalla elezione diretta del sindaco, con la delega di mantenimento del controllo di esso sulla banca. Il forte controllo della politica sulla banca è ancora recente basta guardare i programmi di tante forze politiche per le elezioni politiche del 2011». «Solo gli atti di indirizzi del Comune dopo il 2011 hanno permesso una strategia di intervento per il salvataggio del Monte dei Paschi ed una separazione del comune dalla Fondazione Mps – ha aggiunto Marras – La vicenda di Antonveneta è stata tremenda, dovuta anche ad un cambio di management, e la vicenda dell’acquisizione di Banca 121 che innesca metodologie ed approcci diversi con la banca e che portano a costruire castelli di carta su cui poi è franato tutto il resto. Noi non istituiamo sentenze ma dovremmo cercare di trovare soluzioni alla vicenda. Abbiamo goduto di una presenza di una grande banca nella nostra realtà e quindi vogliamo affidare le sorti di essa nel mercato per permetterla di risalire. Tuttora Mps è la prima azienda privata della regione che ha 27 mila dipendenti, una banca che ha consentito ai toscani di avere solidi basi per i loro risparmi in tanti anni. Dobbiamo pensare di piu’ a Siena. In tanti anni la città non ha avuto bisogno della regione».

«Su Mps anche poteri occulti» «Abbiamo prodotto una relazione di 140 pagine – ha aggiunto Giannarelli – dove affrontiamo tutti gli aspetti della vicenda Mps nei limiti delle competenze di una commissione regionale che non è una commissione di inchiesta parlamentare ed è per questo che noi alla fine di tutto chiediamo come Consiglio regionale toscano che venga attivata una commissione di inchiesta parlamentare. Il dissesto finanziario della banca piu’ antica del mondo dove si è dilapidato un patrimonio di 50 miliardi di euro che ha visto come principale imputato responsabile il Partito democratico, ma non solo il Pd ma anche l’ala del partito del Pdl, in rifermento particolare all’ala verdiniana ed i soggetti a lui vicini, hanno contributo insieme ad una serie di elementi a questo dissesto finanziario. Li abbiamo tutti scritti nella relazione. Possiamo parlare dell’acquisto della Banca Antonveneta che è stato un elemento centrale che ha dato il colpo di grazia alla banca: Mps è stata spinta a comprare a scatola chiusa Banca Antonveneta senza saperne il suo reale valore. Poi abbiamo scoperto che il costo di 18 miliardi effettivamente sostenuto dalla banca era una cifra non effettivamente corrispondente al reale valore della banca acquistata. La cosa piu’ grave è che l’acquisto è stato fatto a scatola chiusa, quindi una grande responsabilità dei manager della banca che hanno dato sostanzialmente atto a questo indirizzo voluto anche dalla politica perchè la politica aveva chiesto alla banca di espandersi, comprare a tutti i costi altre istituzioni bancarie, ed un ruolo gravissimo degli organi di vigilanza che hanno voltato la faccia su questa azione: Banca d’Italia con a capo Mario Draghi diede un parere positivo a questa acquisizione senza fare un’analisi dei reali costi della banca. Questo è solo uno degli elementi di una serie di operazioni che portarono alla dilapidazione del patrimonio della banca e della Fondazione. Negli anni – prosegue Giannarelli – furono diverse le acquisizioni di altre banche come Banca del Salento, Banca 121, Banca agricola mantovana, tutto operazioni pagate di piu’ di quanto realmente valevano; per non parlare dei crediti elargiti in modo facile ad amici di partito. Sappiamo per esempio il caso di Sorgenia: abbiamo messo agli atti che il gruppo Sorgenia era esposto per un miliardo e ottocento milioni di euro verso il sistema bancario, per seicento milioni di euro con Mps che addirittura intervenne nell’azionariato di Sorgenia pur di salvare quella realtà. Abbiamo 47 miliardi di crediti deteriorati lordi e non si procede con il pretendere la riscossione di questi soldi sebbene sappiamo che ci sono enti pubblici ma ci sono anche grandi gruppi industriali, ci sono anche operazioni immobiliari. La somma di questi elementi ha portato al dissesto finanziario: assenza degli organismi di vigilanza, quindi responsabilità Consob, Banca Italia, ministero dell’Economia e delle Finanze, un sistema partitocratico clientelare che ha preferito gestire gli utili della banca indipendentemente che fossero reali o meno visto che l’obiettivo era distribuire queste risorse sul territorio per alimentare il clientelarismo; una Fondazione che in tutti i modi ha cercato di mantenere il 51% della banca nonostante furono prese scelte non rispondenti al testo unico bancario che per esempio prescrive la sana e prudente gestione della banca. Sono tanti gli elementi, sono stati tutti scritti, come il ruolo per esempio di alcune sfere un po’ piu’ sconosciute come quello della massoneria, dell’Opus Dei, questi poteri occulti che hanno avuto un ruolo anche nella vicenda dell’acquisto della Banca Antonveneta ma in generale sono presenti nella realtà italiana e che vediamo tutti i giorni».

mps-vialemazzini300_1.jpg«Conflitto inaccettabile dove il controllore è anche il controllato» La relazione della commissione di inchiesta Mps sarà portata fra una settimana all’attenzione del Consiglio regionale toscano. «Il nostro atto di relazione non verrà votato, è un atto che verrà discusso in Consiglio – ha aggiunto Giannarelli – E’chiaro che noi pretendiamo innanzitutto che ci si assuma la responsabilità di questo problema, che si apra la discussione parlamentare. Quindi oggi la palla è veramente rimandata nel luogo giusto per parlare di questo argomento che è il Parlamento con le indicazioni che il Consiglio regionale da’ che sono quelle di ripubblicizzare Banca Mps, con la sua nazionalizzazione; quella di ripubblicizzare Banca d’Italia perchè oggi è un istituzione di diritto pubblico ma ha al suo interno per piu’ del 90% le banche private che la Banca d’Italia dovrebbe controllare. C’è un corto circuito ed un conflitto inaccettabile dove il controllore è anche il controllato. Dobbiamo intervenire sulle cosiddette porte girevoli, cioè sui soggetti che un giorno li troviamo ai vertici delle istituzioni pubbliche, ed il giorno dopo li troviamo ai vertici delle banche e guarda caso hanno gestito un ruolo delle istituzioni pubbliche affari degli interessi delle banche private e viceversa. Non possiamo accettare piu’ che persone come Mario Draghi che ha avuto un’esperienza in Goldman Sachs sia ai vertici degli organismi pubblici di vigilanza, cosi come è stato ai vertici di Banca Italia. Non possiamo piu’ accettare che soggetti come Grilli che fu ministro dell’economia e delle finanze sotto il governo Monti lo troviamo ai vertici di Jp Morgan. Insomma sono porte girevoli del tutto inaccettabili quindi si può intervenire con una vera legge sul conflitto di interessi per eliminare queste problematiche. Il tutto si traduce in qualcosa di reale, sono due le cose che ci preoccupano: da un lato la sfiducia che i risparmiatori ormai nutrono nei confronti del sistema di risparmio perchè sono stati traditi piu’ di una volta; i loro risparmi, che derivano dal frutto del loro sudore, sono stati usati per tappare i buchi che la politica ha creato, e che i partiti hanno creato; e dall’altro lato ci preoccupa molto il fatto che un’economia reale, il sistema delle imprese, veda difficoltà nell’accesso al credito. Non è vero che va tutto bene e che questa vicenda è una vicenda da spy-story e le responsabilità sono distribuite ed in particolare sono in capo ai senesi. E’ una vicenda estremamente seria, ci sono tante responsabilità, tanti nomi, nella relazione li abbiamo scritti, e’ bene che le Procure riattivino nuovi filoni di indagine e che si arrivi al piu’ presto ad accertarne la verità per evitare di ripetere i soliti errori».

 

 

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