indexUn grande italiano, Luigi Einaudi (ministro, Governatore della Banca d’Italia, secondo Presidente della Repubblica), che non a caso aveva iniziato come giornalista, coniò la definizione perfetta: le “prediche inutili”. Einaudi le raccolse diligentemente in un libro, pubblicato nel 1959, ma che sembra scritto la settimana scorsa, a dimostrazione di come i problemi della nostra Italia siano sempre gli stessi: il prevalere degli interessi particolari e la difesa dei privilegi da parte di gruppi piccoli o grandi impediscono scelte politiche ispirate davvero al bene comune ed all’interesse del paese.

Il turismo, naturalmente, non fa eccezione, tanto è vero che da anni – anzi, ormai da decenni – in tanti diciamo le stesse cose, evidentemente giuste, ma senza riuscire però ad ottenere risultati concreti, se non per zone limitate di territorio e brevi periodi di tempo.

Non si sottrae a questo destino anche Cristiano Radaelli, il commissario straordinario cui il Governo Renzi ha affidato il compito di trasformare in quattro mesi il vecchio Enit nella nuova Agit.

Radaelli, dovendo affrontare una inevitabile conferenza stampa per illustrare il suo lavoro, non ha potuto far altro che riprendere la lista delle “prediche inutili” sulla promozione turistica dell’Italia nel mondo.

Nell’ordine: la completa trasformazione del portale Italia.it (destinato a non avere mai pace); la creazione e la gestione di una Italy Card per prenotazioni e accesso integrato ai servizi pubblici e privati disponibili sul territorio (compito fra i più ardui, spesso impossibile anche a livello di una sola città); la promo-commercializzazione del prodotto Italia (che è compito per professionisti tosti, che Agit non ha); la razionalizzazione di tutti i vari uffici italiani all’estero (ambasciate, consolati, istituti di cultura, uffici Enit e chissà se esistono ancora quelli dell’Istituto Commercio Estero) con relativo azzeramento di direzioni e diritti acquisiti contro cui si scatenerebbero sindacati e partiti; la compartecipazione finanziaria fra l’Agit e le Regioni, le quali hanno i soldi ed ovviamente se li gestiscono come vogliono, e non li daranno mai ad un altro soggetto, per di più poco efficiente.

La “predica inutile” finale se l’è invece riservata il Ministro Dario Franceschini: «L’Italia si presenterà come sistema-Paese e l’Agit sarà lo strumento».

Buon Ferragosto.

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