SIENA – A scavare per rintracciare le tracce dell’uomo di Neanderthal ci saranno studiosi anche dell’Università di Siena.

Il progetto, chiamato Last Neanderthals, vede coinvolti Stefano Benazzi dell’Università di Bologna e Francesco Berna dell’ateneo senese, oltre a Omry Barzilai dell’Università israeliana di Haifa, ed è una delle 37 ricerche premiate dall’Erc con un finanziamento complessivo di 395 milioni di euro. L’obiettivo è svelare la vita degli ultimi Neanderthal in Europa, per fare luce sulla catena di eventi che li ha portati all’estinzione. L’estinzione dell’uomo di Neanderthal resta uno dei grandi interrogativi irrisolti del percorso evolutivo seguito dal genere Homo.

Il progetto Last Neanderthals vuole, quindi, estendere le indagini archeologiche ai siti dell’Europa orientale e sudorientale e, ancora più a Est, a quelli dell’Asia occidentale e centrale. Prima della loro improvvisa scomparsa, circa 40mila anni fa, i Neanderthal sono infatti sopravvissuti per 350mila anni in un vasto territorio che va dalla Penisola Iberica fino alla Siberia meridionale. Eppure, i siti archeologici europei da cui è emersa finora gran parte dei reperti neandertaliani si trovano in un’area periferica rispetto alle regioni in cui hanno abitato gli ultimi esemplari della specie.

“Per arrivare a ricostruire in modo convincente la catena di eventi che ha portato all’estinzione dei Neanderthal, abbiamo bisogno di nuovi e più ampi dati archeologici”, dicono i ricercatori del progetto. “Raccoglieremo e modelleremo con precisione nuovi dati culturali, biologici e ambientali ad alta risoluzione – aggiunge Benazzi – con l’obiettivo di fornire una prospettiva senza precedenti sulle dinamiche di popolazione degli ultimi Neanderthal e offrire una spiegazione esaustiva e convincente dei meccanismi che hanno portato alla loro estinzione”.

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