SIENA – «Lo spettacolo della bellezza della nostra Cattedrale: si rivela con un percorso di testimonianze dell’evoluzione nel tempo di questa ricchezza, fulcro della spiritualità senese. La prospettiva è inedita: lo sguardo della genialità di chi ha interpretato questo processo incrocia quello di chi ammira queste opere».

È il cardine, secondo il cardinale, il nostro arcivescovo Augusto Paolo Lojudice, della mostra ‘L’immagine del Duomo di Siena: 1223 – 1944‘, oltre cinquanta opere, ad alto impatto artistico ed emotivo, presentate con una mostra itinerante che, fino al 7 gennaio, dal Palazzo Arcivescovile, straordinariamente aperto ai visitatori, raggiunge la Cripta del Duomo.

L’esposizione, promossa da Opera della Metropolitana, ha detto il rettore Guido Pratesi, «completa il percorso 2021 deciso dal nostro consiglio  che, dopo la festa nel mese di giugno, di San Giovanni con il restauro del reliquiario e la pubblicazione del volume, è continuato a novembre con il ‘compleanno della Cattedrale’, celebrato anche con la città di Alessandria, per concludersi con questo evento».

‘L’immagine del Duomo di Siena: 1223 – 1944’, partner la nostra Arcidiocesi con la collaborazione della Soprintendenza e di Opera Laboratori, a cura di Alessandro Leoncini e Chiara Nencini, ha un doppio valore strategico.  «L’allestimento – ha continuato il cardinale Lojudice – conferma la scelta di aprire il Palazzo Arcivescovile agli eventi che contribuiscono ad accrescere le esperienze di socialità, cultura, condivisione, consapevolezza della collettività». «Questa mostra – ha osservato il rettore Pratesi –, con le sue testimonianze, ‘unisce’ coloro che nel tempo hanno contribuito al Duomo e nella parentesi delle feste di fine anno, perfeziona la nostra azione di contribuire ad elevare l’offerta della città. In un periodo in cui, ci auspichiamo, si possa parlare di una nuova ripresa, arricchisce le occasioni del nostro territorio, il cui sviluppo impone un’azione sinergica fra i vari soggetti».

«Una mostra – ha spiegato il curatore Leoncini – nata anche come risposta a chi, custode nella sua memoria di un’immagine del Duomo che, visto non si dimentica, si aspettava di poterla di nuovo condividere. Un allestimento complesso reso possibile anche grazie a coloro che hanno concesso le opere».

L’esposizione, «utile per la collettività – ha osservato Stefano Di Bello, Opera Laboratori -, a cui appartiene il suo Duomo», si articola in nove sezioni dedicate all’esterno e all’interno della Cattedrale, poi le processioni, la Libreria Piccolomini, la Confessione, il Battistero e la Scalinata di San Giovanni, le piazze e i palazzi intorno al Duomo, i restauri, le guide e i libri sul Duomo di Siena. Presenta, con diverse successioni e vedute, l’evoluzione della Cattedrale proiettata nella sua Piazza: un itinerario umano e spirituale, un cammino di passione, di esaltazioni, ma anche di dolori e di gioia.

Il percorso inizia da lontano, dalla miniatura che, dal Libro dei censi e memoriale delle offese del 1223 con il podestà Bernardo di Orlando Rossi da Parma, dimostra il ruolo protagonista del Duomo in città già in epoca comunale. Questo viaggio prosegue con una cospicua selezione di opere che rivelano come dal Duecento alla metà del secolo scorso la Cattedrale sia stata osservata, interpretata e proposta da pittori, disegnatori, incisori e valenti fotografi. Concludono l’itinerario sono due foto con gli ufficiali francesi che, nel luglio 1944, liberarono Siena dall’occupazione. Una testimonianza da valore molto attuale.

 

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