L'evento organizzato dall'Università ad Arezzo

AREZZO – “Bisognerebbe cercare di rafforzare il contatto della lingua della tradizione, a cui l’italiano deve la sua fortuna internazionale”. Suggerimento espresso da Paolo D’Achille, presidente dell’Accademia della Crusca, in apertura del convegno “L’italiano in Italia, l’italiano in Europa” organizzato ad Arezzo, nella sede dell’Università di Siena al campus del Pionta.

“La lingua italiana – ha aggiunto – è una lingua che richiede attenzione maggiore di quanto di solito le venga riservata perché, per un verso, essendo una lingua parlata dalla maggioranza della popolazione, si pensa che tutti la possiedano, ma per un altro verso è una lingua con una lunga tradizione che, da quando è parlata, si è messa in moto”.

D’Achille si è poi soffermato sui dialetti. “Hanno avuto una grande importanza – ha sottolineato – perché prima che ci fosse la lingua nazionale hanno rappresentato una forma normale di comunicazione. Poi si tratta di lingue sorelle dell’italiano perché anch’esse derivate da latino. Ad un certo punto nell’ambito della letteratura, della trattatistica e della scienza c’è stato un primato del fiorentino toscano, che è diventato una lingua, ma i dialetti hanno continuato ad operare, hanno avuto alcuni di essi anche una grande trazione letteraria e dopo l’Unità d’Italia sono riusciti a vivificare e rinnovare la lingue italiana portando anche le culture regionali nella cultura nazionale”.

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