mabro.jpgIl Tribunale ha dichiarato il fallimento dell’ex Mabro di Grosseto. La decisione è stata presa dopo un’ora di camera di consiglio, dopo che i giudici non hanno accolto la richiesta del commissario della Prodi bis (sotto cui era posta l’azienda) Paolo Coscione di avere qualche altro giorno di tempo per chiudere l’affare con il gruppo cinese Mondo Risparmio, che a novembre si era dichiarato intenzionato a rilevare lo storico marchio d’abbigliamento maremmano. Un interesse che si è andato affievolendo con il passare delle settimane, visto anche l’inserimento all’ultimo momento di una seconda offerta presentata da una cordata formata da tre società, che però non ha mai veramente convinto il commissario. Si chiude così una vertenza durata anni, tra proteste e occupazioni, che costerà il posto di lavoro alle circa duecento dipendenti, ribattezzate dalle cronache “vestaglie azzurre”, che già stamani hanno firmato la mobilità: l’ultimo ammortizzatore sociale a loro disposizione.

La vicenda La vertenza Mabro inizia nel 2013, quando Andrea Barontini, l’imprenditore pratese che aveva prelevato l’azienda dopo il fallimento di Royal Tuscany, ammette che non ci sono margini di ripresa. Le vestaglie azzurre, come sono state soprannominate le lavoratrici Mabro, danno vita a proteste anche veementi, fino ad occupare la fabbrica. Invocano la Prodi bis, un procedimento che permette di commissariare l’azienda senza interrompere la produzione, e nel 2014 vengono accontentate, con la nomina di commissario a Coscione, che inizia a lavorare per trovare un nuovo acquirente ma trova l’impasse del capannone, ancora di proprietà di Royal Tuscany, che non può essere utilizzato in quanto rientra nella procedura fallimentare. Un ostacolo che resterà in piedi fino a novembre, facendo slittare anche la scadenza della Prodi bis di sei mesi. Alla fine però il capannone viene liberato e il commissario può procedere ufficialmente con la valutazione delle offerte, solo che nessuna si concretizzerà nell’ultimo mese a disposizione. I giudici che stamani hanno ascoltato Coscione infatti non hanno ritenuto concrete le possibilità di una chiusura positiva dell’affare e hanno decretato il fallimento.

Il Comune non alza bandiera bianca «La notizia del fallimento dell’ex Mabro è una notizia terribile per tutta la città di Grosseto

Il sindaco di Grosseto Antonfrancesco Vivarelli Colonna
Il sindaco di Grosseto Antonfrancesco Vivarelli Colonna

– dice il sindaco Antonfrancesco Vivarelli Colonna – la mia vicinanza a tutte quelle persone che ormai sono conosciute come le vestaglie azzurre è reale e il mio dolore sentito». Il sindaco comunque non vuole ancora sventolare bandiera bianca. «Come amministrazione saremo vigili sugli sviluppi futuri della vicenda, che ovviamente non finisce qui – continua Vivarelli Colonna – Adesso quello che possiamo fare, fin dalla ripresa delle attività dopo l’epifania, è avere fiducia nell’operato del tribunale. Oggi finisce un pezzo importante della storia e dell’identità di Grosseto, l’ultima realtà produttiva della Maremma. L’augurio che possiamo fare ai lavoratori e alla città tutta è che ci possa essere un futuro, diverso ma non meno importante». «Il Comune ha assistito dall’esterno a questa vicenda, impegnandosi oltre le proprie prerogative e avendo a cuore, come unico obbiettivo, la dignità dei lavoratori – fa eco Riccardo Ginanneschi, assessore alle Politiche Produttive – Non è stato possibile nessun tipo di intervento diretto o diverso da quello che abbiamo portato avanti: l’amministrazione, infatti, non ha strumenti né competenze per poter essere protagonista attivo all’interno della Prodi Bis».

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