VOLTERRA – Un emblema, icona di libertà che ha tracciato un solco fondamentale nella storia del ‘900. Ossia la legge Basaglia, che abolì i manicomi, trovò il suo vessillo in una scultura nata proprio nel manicomio di San Giovanni di Trieste, dove esercitava il padre della normativa che spezzò i legacci degli ex ospedali psichiatrici.

Parliamo di Marco Cavallo, installazione creata nel manicomio triestino negli anni ’70 e che ora trova casa a Volterra (Pisa), in occasione della Festa della Toscana, all’interno degli eventi che hanno caratterizzato la città come Prima Città Toscana della Cultura. La scultura di Marco Cavallo, sfrattata dalla sua ‘stalla’ nel Comune a traino leghista di Muggia (Trieste), continua a galoppare per il mondo e il suo cammino si interseca con Volterra, dove oggi è stato accolta in pompa magna con una piazza dei Priori gremita di studenti e cittadini.

L’opera, nata come detto nel ’73 all’ospedale psichiatrico  di Trieste diretto da Basaglia, è divenuta simbolo di libertà contro ogni costrizione, discriminazione e come lotta per ogni marginalità, tanto da fare il giro del mondo. Da oggi, Marco Cavallo è a Volterra e qui rimarrà per tutto il mese di dicembre. Da piazza Martiri della Libertà, la statua è stata trainata dal sindaco Giacomo Santi, dall’assessore alle culture Dario Danti e dai rappresentanti della onlus ‘Inclusione, Graffio e Parola’ (i custodi della memoria dell’ex ospedale psichiatrico di Volterra) fino a piazza dei Priori. “Marco Cavallo non ha più una casa che possa ospitarlo – ha detto il sindaco di Volterra Giacomo Santi – e la nostra città si candida a accogliere la statua nei momenti in cui non si trova esposta in altre città. Festeggiamo la Festa della Toscana, e i suoi messaggi di civiltà e diritti, abbracciando Marco Cavallo, il simbolo della libertà da ogni costrizione”. E’ Marco Cavallo che, a distanza di quasi 50 anni dalla sua realizzazione, continua a abbattere muri materiali e mentali.

“Il tema della ‘ rigenerazione umana’ traslato prima nel dossier di candidatura a capitale italiana della cultura e poi nel programma di Volterra Prima Città Toscana della Cultura, trova ora tra le sue massime espressioni nel messaggio di cui è portatore Marco Cavallo – ha aggiunto l’assessore alla cultura del Comune di Volterra Dario Danti – abbiamo iniziato il dossier di candidatura con i giovani, e oggi chiudiamo simbolicamente gli eventi di Volterra22 di fronte a una platea di ragazzi. Ogni evento del nostro lungo percorso è stato pensato con e per i giovani”. La festa è stata accompagnata dalle letture degli attori della Compagnia della Fortezza del carcere cittadino e dalle musiche di Andrea Salvadori in collaborazione con la scuola di musica di Volterra. I bambini delle scuole primarie, alla fine della cerimonia, hanno adagiato su un cesto poggiato sulla pancia di Marco Cavallo, i loro pensieri di speranza.

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