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CAGLIARI – “Siamo seriamente preoccupati dall’atteggiamento del Mise e del Ministro Giorgetti: è inspiegabile che non abbia mai aperto, malgrado più volte sollecitato, anche dai sindacati, un tavolo di confronto”.

A scriverlo il Gruppo Moby dopo il silenzio che è calato sul nuovo piano di risanamento presentato per salvare Moby-Cin dal fallimento.

Dopo il sostanziale via libera dagli altri creditori – banche e con i bondholder – il Tribunale di Milano cha dato tempo sino al 31 marzo per chiudere la vicenda giudiziaria legata alla richiesta di fallimento, resta ancora da definire la partita del credito vantato da Tirrenia in amministrazione straordinaria che è di 180 milioni di euro.

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“Abbiamo offerto a Tirrenia in AS 144 milioni di euro. È, inoltre, da sottolineare che nonostante Tirrenia AS sia un creditore chirografario, quindi privo di qualsiasi garanzia reale sui beni della società, la scrivente ha offerto in garanzia ben quattro navi con ipoteca.

“È inspiegabile – aggiunge il Gruppo – anche che non risponda ad un’offerta che prevede un pagamento immediato alla firma di 23 milioni di euro (che in caso di procedura fallimentare verrebbe incassato da Tirrenia in AS solo dopo alcuni anni e costituirebbe il massimo importo recuperabile) ed un ulteriore pagamento dilazionato di 121 milioni di euro garantito, come detto, da ipoteca su quattro navi. È altresì inspiegabile la comunicazione del 5 maggio 2021 con cui i commissari di Tirrenia in AS ci informavano che il Ministro Giorgetti li autorizzava a firmare l’accordo già preparato ma con l’inserimento di due clausole che l’attestatore del piano ha definito illegittime, perché in aperta violazione di norme di legge e della par condicio creditorum ed ha comunicato tutto ciò al Tribunale di Milano”.

“È, infine, ancora una volta inspiegabile – conclude il Gruppo Onorato – l’assoluta indifferenza da parte del Mise per la sorte di un gruppo di compagnie che dà lavoro ad oltre seimila famiglie, principalmente del sud”.

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