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PISTOIA – Non solo bambini senza pediatra. A Pistoia da fine mese 1400 pazienti resteranno senza medico di famiglia. A lanciare l’allarme è il sindaco Alessandro Tomasi.

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«Privare la montagna e la collina del medico di famiglia significa privare i residenti di questi luoghi del diritto alla salute e di un servizio essenziale e irrinunciabile – sottolinea il sindaco -. Assegnare a chi vive a Cireglio, Le Piastre, Pracchia e Orsigna un medico di medicina generale che ha l’ambulatorio altrove nella piana, significa di fatto togliere il servizio agli abitanti della montagna. Pensiamo ad esempio agli anziani che vivono nelle frazioni montane: credere che possano percorrere chilometri per una ricetta o una visita è una prospettiva del tutto irreale. Quello che sta accadendo è preoccupante e saremo ancora una volta in prima linea, così come due anni fa, per chiedere a chi di dovere di trovare una soluzione al problema».

I 1400 pazienti che da fine mese resteranno senza medico di famiglia, lo saranno a causa delle dimissioni dell’attuale dottore che aveva preso servizio in quelle zone. Il sindaco ha già contattato l’Azienda Usl Toscana Centro chiedendo un intervento. «L’azienda sanitaria – continua il sindaco – ci ha informato che è in corso un bando per l’assunzione di altri cinque medici di medicina generale nell’ambito di Pistoia». Tre di questi cinque posti, così informa l’Azienda Usl rispondendo alle richieste del Comune, avranno dei vincoli territoriali, tra cui è compreso quello per Cireglio-Le Piastre-Pracchia-Orsigna. Si tratta di un bando destinato a medici corsisti che scade il 3 novembre. «Non possiamo sapere adesso se andrà o meno a buon fine ma – sottolinea il sindaco – anche se dovesse andare a segno, il medico non prenderebbe servizio prima della prossima primavera. Dunque ci sarebbe comunque da risolvere la questione in via temporanea. La situazione è preoccupante perché nelle procedure previste per le assegnazioni non si tiene conto dei bisogni di territori come quelli montani e periferici. Abbiamo chiesto all’Azienda sanitaria di attivare tutti i possibili canali al fine di non interrompere questo essenziale servizio, cercando anche soluzioni transitorie in attesa dell’esito del bando annunciato».

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