ROMA – “Per come ho visto io la scena del cadavere ero più propenso per l’ipotesi suicidaria, per come ho visto io la scena”.

Lo ha detto il tenente colonello dei carabinieri, Giuseppe Manichino, nel corso della sua audizione, oggi davanti alla commissione parlamentare di inchiesta sulla morte di David Rossi, il capo comunicazione di Mps deceduto il 6 marzo 2013 dopo essere precipitato dalla finestra del suo ufficio di Rocca Salimbeni. L’ufficiale, all’epoca comandante del nucleo investigativo dei carabinieri di Siena, ha risposto a una domanda di uno dei commissari che gli ha chiesto, rispetto “alla scena nel suo complesso”, che “idea” si fosse fatto come investigatore, come la inquadrò quella sera.

Morte David Rossi. Una giornata di rilievi in Rocca Salimbeni

Manichino, ricordando il suo intervento quella sera per la morte di Rossi, ha ricordato che era in licenza e fu informato della morte dal colonnello Pasquale Aglieco, all’epoca comandante provinciale di Siena, che lo chiamò al telefono. “Non ricordo le parole precise, dovrebbe essere che lui ha detto che Rossi si è buttato”, ha spiegato. Anche la centrale dei carabinieri, con cui poi parlò prima di arrivare a Rocca Salimbeni, parlò di suicidio, ha riferito l’ufficiale.

Se non fosse stato allertato per un suicidio e si fosse trovato a passare da lì a cosa avrebbe pensato: “al suicidio nell’immediato no: o il malore o qualcuno che gli ha dato una botta in testa” ha poi aggiunto Manichino rispondendo ad una domanda della commissione. Circa il fatto se la morte del manager fosse stata da lui associata subito a suicidio perché allertato da una chiamata in cui già si parlava di qualcuno che si fosse tolto la vita il carabiniere ha poi aggiunto “ci può stare, ci può stare”.

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