Ammonterebbe in totale a 90 milioni di euro la truffa nei confronti della banca senese e di altri soggetti, 47 dei quali già sequestrati in diverse tranche tra gennaio e ottobre 2013 (leggi). Sono partite questa mattina all'alba le perquisizioni ordinate dai Pm di Siena titolari dell'inchiesta su Mps  nell'ambito del filone sulla cosiddetta 'banda del 5%' (leggi). I sequestri nel tempo sono stati effettuati, tra gli altri all'ex capo area finanza Gianluca Baldassarri, al suo vice Alessandro Toccafondi e ai titolari della società Enigma. Tra gli 11 indagati ci sono gli stessi Baldassarri e Toccafondi, i titolari di Enigma ma anche altri funzionari ed ex funzionari di Mps e broker esterni. I magistrati, già all'epoca, effettuarono rogatorie internazionali nei confronti di San Marino, Svizzera, Gran Bretagna e dell'Isola di Vanuatu, nell'Oceano Pacifico (leggi).

Soldi rintracciati a Singapore Secondo quanto si apprende ora una nuova rogatoria sarebbe stata chiesta anche a Singapore, dove sono state rintracciate delle somme: i soldi trovati sarebbero riconducibili ad Mps e altri soggetti. Per gli 11 indagati l'accusa è di associazione transnazionale a delinquere finalizzata alla truffa e i Pm avevano chiesto l'arresto per 8 persone per inquinamento probatorio e pericolo di fuga reale e concreto, come scrive il Gip Ugo Bellini e dissipazione o schermatura dei proventi della truffa. Oltre a Baldassarri e Toccafondi, tra gli indagati risultano esserci anche Matteo Pontone e Maurizio Fabris. L'ordinanza con la quale il Gip ha derubricato la richiesta d'arresto in divieto di espatrio è di 35 pagine. Le indagini partirono dalla cresta, del 5%, che secondo l'accusa Baldassarri e gli altri avrebbero preteso da quanti volevano fare affari con Mps, che infatti risulta parte lesa. I proventi sarebbero stati quasi tutti trasferiti all'estero, in particolare in alcuni paradisi fiscali.

L’ordinanza del Giudice Il rapporto tra funzionari infedeli di Mps e Enigma, soprattutto negli anni 2008-2009 «avrebbe determinato margini di profitto assolutamente sproporzionati rispetto alla natura e alla quantità di prestazioni richieste» a danno della banca. Lo scrive il Gip di Siena Ugo Bellini nell'ordinanza sul proseguimento dell'inchiesta sul filone della banda del 5%. «Sono attualmente in corso approfondite indagini finanziarie anche in regime rogatoriale volte a ricostruire definitivamente i flussi monetari e le consistenze patrimoniali attribuibili agli indagati e a soggetti a loro ricollegati», scrive ancora il Gip Bellini nell'ordinanza, in particolare, prosegue il giudice, le indagini riguardano «le provviste retrocesse a favore dei componenti del gruppo Enigma e della così detta banda di Mps».

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