SIENA – Un faccia a faccia è previsto venerdì prossimo. Di fronte banca e sindacati per entrare nel merito delle uscite da Montepaschi entro la fine dell’anno.

Nella lettera inviata questa mattina alle sigle bancarie, si riportano i numeri già delineati dall’amministratore delegato Luigi Lovaglio:“Il Piano richiede circa 3.500 uscite entro il 2022 da realizzare, attraverso il confronto sindacale, mediante il ricorso su base volontaria alle prestazioni straordinarie del ‘Fondo di Solidarietà per la riconversione e riqualificazione professionale, per il sostegno dell’occupazione e del reddito del personale del credito”. E ancora: “A questo riguardo, le complessive ricadute sul personale interessato rivenienti dagli interventi di cui al Piano formeranno oggetto di preventiva disamina congiunta nel rispetto delle previsioni di CCNL al fine di valutare, sulla base dei nuovi assetti, tutti gli aspetti inerenti in particolare i piani di riallocazione delle risorse e i programmi formativi e di riqualificazione, in linea con gli obiettivi di rafforzamento delle attività commerciali e dei servizi alla clientela”.

La copertura del Fondo è di 7 anni e considerando che l’ultimo piano esuberi di Mps risale alla gestione Morelli, non ci dovrebbero essere problemi a coprire il numero previsto dai vertici della banca: il totale è di 4.200 unità da far uscire. Il costo dell’operazione si dovrebbe aggirare sul miliardo, ma la banca avrebbe pagato fino al 30% in più mantenendo nei ranghi il personale. Sarà il primo passo dell’uno-due, che dovrebbe portare Rocca Salimbeni nel 2023. Prima infatti sarà necessario completare l’aumento di capitale da 2,5 miliardi.

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