La nave della tragedia regala anche piccoli miracoli. Nella notte due sposi coreani estratti vivi, questa mattina il capo commissario di bordo ancora nella nave ma localizzato dai vigili del fuoco. Sono le storie a lieto fine di chi ha lottato per oltre 24 ore per sopravvivere.

Gli sposi in viaggio di nozze Sono Hye Jim Jeong e Kideok Han, 29 anni, i due coreani salvati nella notte a bordo della Costa Concordia incagliata all'Isola del Giglio. Per loro si trattava della prima crociera, il sogno di un viaggio di nozze indimenticabile che si è trasformato in un incubo. Per estrarli e' stata necessaria un'ora e mezza di lavoro. I due coreani erano erano nella cabina 303 all'ottavo ponte e sono rimasti sempre chiusi li' dal momento del naufragio. Ai vigili del fuoco i due sposini hanno anche detto di non ne' visto ne' sentito altre persone intorno a loro.

Il terzo superstite Intorno alle 7 di questa mattina i vigili del fuoco hanno captato, grazie ad apparecchi supertecnologici, dei rumori provenienti dal ponte 3, una zona molto difficile da raggiungere a causa di scale, porte sbarrate e arredi e materiali che ostacolano l'avvicinamento dei soccorritori. Si tratta di Marrico Gianpietroni, capo commissario di bordo, ferito ad una gamba e non ancora estratto dalla nave. sia per le difficolta' ambientali legate alla posizione della cabina, sia perche' devono essere coordinati dei soccorsi che permettano il trasporto di un ferito.

I dispersi scendono a 36 Due persone che erano a bordo della nave Costa Concordia e che non risultavano tra quelle soccorse e identificate si sono presentate questa mattina a Roma in un ufficio delle forze dell'ordine. Lo rende noto il prefetto di Grosseto Giuseppe Linardi. Con il salvataggio dei due sposi coreani e del commissario di bordo e i due passeggeri rintracciati in queste ore, sono scesi a 36 i dispersi ufficiali nella sciagura della nave Costa Concordia, incagliata all'Isola del Giglio. La Prefettura sta comunque confrontando gli elenchi in suo possesso con quelli nelle mani dell'armatore, e non e' escluso che vi siano persone che non si siano fermate a farsi registrare una volta messe in salvo e sbarcate a Porto Santo Stefano. Questo, viene spiegato, potrebbe spiegare un numero cosi' alto di persone non ancora rintracciate.

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