CHIUSDINO – La Toscana fa sempre più gola alla criminalità organizzata. Come dimostra l’operazione effettuata dalla Dia di Firenze, che ha sequestrato a due imprenditori di origini calabresi, Francesco Saporito ed Edo Commisso, porzioni di un immobile a uso rurale nel comune di Chiusdino (Siena), acquistato nel 2007. Il valore commerciale complessivo è di 5 milioni di euro, su 350 ettari di estensione.

Le persone coinvolte, secondo quando ricostruito dalle indagini, facevano da punto di riferimento alle cosche ‘ndranghetiste Grande Aracri di Cutro, nel crotonese, e l’affiliata Petilia Policastro, che investivano denaro in attività agricole su tutto il territorio regionale. Per gli inquirenti, “si sarebbero messi a disposizione delle cosche calabresi per consentire investimenti, per almeno un milione e mezzo, e impieghi di proventi derivanti dalle attività criminali della ‘ndrangheta”.

Il nome della cosca Grande Aracri fa suonare un altro campanello d’allarme. Un altro sequestro era stato effettuato pochi giorni fa in merito all’inchiesta Keu, con i collegamenti rilevati dalle indagini tra l’imprenditore Francesco Lerose e la cosca di Cutro.

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