PISA – Si è spenta dopo appena 36 ore dal ricovero all’ospedale Cisanello di Pisa Marah Abu Zuhri, una giovane di 20 anni originaria di Gaza, costretta a interrompere gli studi a causa della guerra nel suo territorio.
La ragazza era arrivata in Italia il 14 agosto con un volo sanitario partito da Elat, in Israele, organizzato per portarla nel nostro Paese nella speranza di sottoporla a cure mediche.
All’aeroporto Galilei di Pisa, Marah si era presentata avvolta in una coperta termica, con un volto scavato e segnata da un grave stato di deperimento fisico. Nonostante le condizioni drammatiche, aveva destato nei soccorritori un’impressione di “composta dignità”.
Le condizioni di Marah erano estremamente critiche al momento del ricovero: l’ospedale ha riferito che la giovane versava in uno stato di «profondo deperimento organico» e un quadro clinico «molto complesso e compromesso». Nel pomeriggio di Ferragosto ha avuto un’improvvisa crisi respiratoria seguita da un arresto cardiaco, dal quale non si è più ripresa.
Secondo i familiari, la gravissima situazione della ragazza era dovuta alla grave malnutrizione sofferta nel campo profughi di Gaza dove viveva da mesi. «Pesa solo 35 chili», ha raccontato un cugino residente in Belgio, sottolineando come la carenza di cibo sia stata una concausa determinante del suo stato di salute.
Marah era stata accolta nel reparto di Ematologia dell’ospedale pisano nella notte tra il 13 e il 14 agosto, nell’ambito di un intervento coordinato tra tre strutture sanitarie toscane – Cisanello, l’Ospedale del Cuore di Massa e il Meyer di Firenze – che avevano preso in cura cinque giovani provenienti da Gaza. Si era inizialmente sospettata una leucemia, ma due test eseguiti in emergenza hanno dato esito negativo.
«Presentava livelli proteinici molto bassi e un quadro di deperimento – ha spiegato la professoressa Sara Galimberti, primaria del reparto al Corriere Fiorentino – non possiamo dire con certezza se la causa fosse la malnutrizione o una patologia non diagnosticata. Purtroppo la sua crisi è stata improvvisa e non c’è stato nulla da fare per salvarla». Non è stata eseguita l’autopsia, su richiesta della madre, che ha preferito rispettare le tradizioni religiose e il proprio dolore.
Il lutto per la perdita di Marah, sorridente nelle foto che la ritraggono, si è subito diffuso fra amici e conoscenti. Sui social, un commosso messaggio recita: «Che Dio abbia pietà di te, che ti perdoni e ti faccia dimorare in Paradiso».
«Nello stringerci attorno, con solidarietà ed affetto, ai familiari, ai parenti e agli amici della ragazza, rinnoviamo con forza l’appello alla pace chiedendo a Israele di interrompere il genocidio in atto e alla comunità internazionale di riconoscere lo Stato di Palestina», hanno detto il presidente regionale Eugenio Giani e l’assessore Simone Bezzini.
Toni che si fanno più decisi quando a parlare sono Alessandra Nardini e Monia Monni. «La morte di Marah dice che a Gaza si muore anche di fame», sottolinea la prima, mentre la collega di giunta aggiunge: «Marah Abu Zuhri è morta per le conseguenze della malnutrizione. Era arrivata viva, ma devastata dalla fame».