PISA – «Mi auguro che la Normale confermi la sua natura di istituzione aperta al mondo, alla pluralità, alla diversità, al confronto. Una comunità appassionata nel perseguire l’eccellenza scientifica».
Con questo auspicio Alessandro Schiesaro ha chiuso il suo intervento nella Sala Azzurra del Palazzo della Carovana a Pisa, dove si è celebrata l’apertura dell’anno accademico 2025/2026. Una data simbolica: il 18 ottobre, giorno in cui, nel 1810, la Scuola fu fondata per decreto napoleonico.
Schiesaro, ordinario di Lingua e letteratura latina, è al primo anno del suo mandato sessennale e ha offerto una panoramica ampia sulla salute della Normale, tra risultati raggiunti e nuove sfide. Accanto a lui, in una sala gremita, erano presenti il presidente della Regione Toscana Eugenio Giani, Alessandra Nardini – appena rieletta in Consiglio regionale – e il sindaco di Pisa Michele Conti. Tutti hanno sottolineato il ruolo della Scuola come motore di alta formazione, ricerca e partecipazione al dibattito pubblico.
I dati parlano chiaro. Il 96% dei diplomati trova sbocchi professionali di alto livello entro pochi anni dalla laurea; il 70% dei fondi destinati ai progetti di ricerca proviene da risorse esterne; le candidature ai dottorati sono raddoppiate in dieci anni, superando quota 1.700. Anche le classifiche internazionali confermano l’eccellenza: secondo Times Higher Education, la Normale è il terzo miglior ateneo al mondo tra quelli con meno di 5.000 studenti. E continua a crescere la vocazione internazionale, con 90 accordi bilaterali e oltre 60 studenti provenienti dall’estero.
All’inizio del mandato, Schiesaro ha formato una squadra di governo composta da dieci docenti con deleghe su diversi fronti, per coordinare attività che nel tempo si sono ampliate, come quelle legate alla terza missione, con iniziative rivolte soprattutto alle scuole. Ma il direttore ha anche ribadito la necessità di un ruolo più definito per la Normale nel sistema universitario italiano, accanto alle altre Scuole a ordinamento speciale. «Non chiediamo privilegi – ha detto Schiesaro –. Auspichiamo però di poter sfruttare il nostro potenziale innovativo utilizzando forme di sperimentazione che potrebbero essere eventualmente estese ad altri segmenti di un sistema universitario sempre più articolato».
Un passaggio è stato dedicato anche al tema del divario di genere, ancora evidente nella Classe di Scienze. Nonostante alcune ex allieve abbiano raggiunto risultati di rilievo – come la neuroscienziata Sara Bagnoli, eletta da L’Oréal-Unesco tra le più promettenti giovani donne nella scienza italiane – le studentesse restano poche. «La rigidità dei percorsi offerti a livello di scuola secondaria – ha specificato – comporta scelte di campo che possono essere fortemente socializzate e magari non sempre corrispondono ai reali interessi e alle aspirazioni di chi le compie», ha osservato Schiesaro, ribadendo la volontà di intervenire fin dalle scuole medie con progetti di orientamento.
Il direttore ha poi affrontato anche i temi più delicati, ricordando alcune scelte della Scuola in tempi di tensione internazionale: dalla mozione del marzo 2024, che invitava a riflettere sull’uso responsabile della conoscenza in ambito tecnologico, a quella di quest’anno, in cui la Normale – respingendo la proposta di un boicottaggio generalizzato – ha deciso di non stipulare accordi con le università israeliane coinvolte nelle violenze e nell’occupazione dei territori di Gaza e Cisgiordania. «Le nostre porte restano aperte, come sempre, a studiose e studiosi di tutto il mondo».
Schiesaro ha difeso il ruolo degli atenei come luoghi di libertà e di confronto. «Gli atenei sono da sempre luogo di dibattito serrato su temi politici, e la Normale non fa eccezione, anzi. Non potrebbe essere altrimenti in istituzioni dedicate allo sviluppo del pensiero critico, che costituisce un obiettivo centrale della formazione di normalista e la cui importanza non può che essere accresciuta dal ruolo sempre più pervasivo che l’intelligenza artificiale sta acquisendo».
In chiusura, il direttore ha rivolto lo sguardo al futuro. «Ci attendono impegni di peso in tema di ricerca – ha concluso – a partire da una riflessione sulla struttura dei laboratori e sul potenziale per la collaborazione interdisciplinare, nello spirito di uno Statuto che invita a esplorare le interconnessioni e le potenzialità di sviluppo tra le diverse aree disciplinari. Contiamo di aprire presto la nuova sede della Biblioteca nel Palazzo della Canonica a Pisa e avviare la sistemazione definitiva del Palazzo della Carovana. Abbiamo espresso da tempo il nostro interesse per il futuro del complesso ospedaliero di Santa Chiara, che potrebbe costituire per la Normale un’opportunità irripetibile. A novembre si avvierà “La Normale delle Idee”, un ciclo di conferenze aperte al pubblico che porterà a Pisa figure di primo piano del dibattito culturale e politico a partire dal primo incontro, il 24 novembre, con Gustavo Zagrebelsky».