«Novartis sta valutando la dismissione e conseguente cessione dei vaccini ad altre multinazionali interessate a sviluppare questo business». A lanciare l’allarme Marco Goracci, segretario generale Filctem Cgil di Siena in riferimento alla casa farmaceutica svizzera che, per la divisione vaccini, ha gli unici due stabilimenti italiani nel senese, uno nel capoluogo e l’altro a Rosia (Sovicille). A preoccupare il sindacato il futuro dei 2800 dipendenti. «Entro il primo semestre 2014 – spiega Goracci in una nota – Novartis darà seguito al progetto riorganizzativo, senza per questo escludere un riassetto interno che miri ad un più profittevole risultato operativo in termini economici».

Fonti interne all'azienda: «Non si esclude alcuna soluzione» Una ipotesi riorganizzativa confermata anche da fonti interne a Novartis «secondo la revisione annuale delle divisioni» ma che «non esclude nessuna soluzione tra la situazione attuale, la cessione o la fusione». Secondo la stessa fonte non sarebbero comunque a rischio chiusura i siti produttivi senesi. «Qualunque sarà la decisione finale – conclude Goracci – è necessario che si attivi in tempo utile un confronto sindacale indirizzato in primo luogo alla salvaguardia occupazionale di tutta l'attuale forza lavoro, compresi quanti operano all'interno dei siti senesi tramite le agenzie interinali». Nel novembre 2013 Novartis ha venduto la divisione diagnostica, rilevata dal gruppo Chiron nel 2006 anch’essa nei poli senesi, alla spagnola Grifols e la stessa casa farmaceutica svizzera la scorsa settimana ha lanciato nel mercato italiano il primo vaccino contro il meningococco B interamente prodotto a Siena (leggi) .

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