penna-e-calamaioLa letteratura è conoscenza, viaggio, emozioni, scoperta di se stessi, degli altri e del mondo. Ne troveremo conferme anche in questa rubrica che, settimanalmente, proporrà frammenti d’autore. Un piccolo “manuale d’uso” per i nostri giorni comuni e, soprattutto, per i sentimenti che dentro quei giorni abitano.

Qualcosa di personale mi suggerisce questa settimana il testo da condividere con chi segue la nostra rubrica. Dentro un libro di poesie di Franco Fortini, “Paesaggio con serpente”, ho ritrovato una foglia di alloro che, durante una visita al grande intellettuale e poeta, staccai furtivamente dal giardino della sua casa estiva di Montemarcello. Perché sapevo che era proprio quello l’alloro di cui si parlava nell’omonima poesia. Uno di quei testi che di Fortini dimostra la sua capacità d’ascolto dell’esistenza quotidiana. Brevi elegie, favole del quotidiano – scrisse Pier Vincenzo Mengaldo – dove il privato incrocia l’universale.


L’alloro

Sono molti anni ormai

che un insetto notturno

sale in cima alle foglie dei miei allori

le rosica e le sfrangia.

 

Un liquido c’è, che lo uccide, mi dicono;

però pericoloso. Sole non deve splendere,

non deve tirar vento,

non deve aver piovuto, non dev’essere

imminente la pioggia.

 

Quanto mi è stato detto

più d’una volta ho fatto

ma con mediocre esito. Le blatte color cenere

a fine maggio tornano e ogni notte

– di notte la mia lampada tascabile

le ha sorprese allibite – su dal suolo faticano

fino alle foglie nuove per il pasto.

 

Crescono i begli alberi. Non coglie alcuno, dicono,

la bacca viola che autunno matura.

Metafore indolenti non vi raccoglierò.

Pure non so se combattere ancora

gli insetti oppure lasciare che a tutto

rimedi la natura.

 

[F. Fortini, da Paesaggio con serpente]

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