presidente Cna Firenze

FIRENZE – Il conto per le imprese si preannuncia salato. Fino a 7 mila euro in più per i consumi energetici rispetto ai prezzi pagati nel 2019.

A dare l’allarme l’ufficio studi di Cna Firenze, che ha calcolato rincari esponenziali per le tariffe elettriche: acconciatura e estetica (+152%); panificazione (+199%); alberghiero (+150%); impianti (+164%); fonderia artistica (+211%); abbigliamento (+137%); ristorazione (+228%); odontotecnica (+114%). Senza alcuna misura correttiva, allo stato attuale dei prezzi (+378% per il costo dell’energia elettrica e +538% per il gas rispetto al 2019 e, rispettivamente, + 220% e + 274% nell’ultimo anno), la Toscana sarà la quinta regione per extra costi subiti, dopo Lombardia, Emilia Romagna, Veneto e Piemonte.

“Una cifra che potrebbe addirittura essere sottostimata se la Russia dovesse chiudere ulteriormente le forniture di gas e che rischia di provocare una vera debacle al nostro sistema produttivo”, ha affermato il presidente Giacomo Cioni, che ha proposto poi una serie di soluzioni. “È ormai evidente, anche alla luce del drammatico perdurare del conflitto Russo-Ucraino, che vada fissato un tetto al prezzo del gas, una priorità del Paese su cui chiediamo l’impegno congiunto di tutte le forze politiche, al di là degli esiti del voto – ha evidenziato il dirigente di Cna -. Estendere le misure anti caro energia allo studio anche alle imprese non energivore. Incentivare la produzione di energia da fonti rinnovabili, liberandola da costrizioni burocratico-autorizzative e finalizzandola anche all’autoconsumo da parte delle piccole imprese. Puntare sul risparmio energetico, stabilizzando anche gli ecobonus per la riqualificazione energetica degli immobili. Sfruttare l’opportunità offerta dalla termovalorizzazione”.

In ultimo, CNA ritiene opportuno richiamare l’attenzione sulle due facce della medaglia: se da un lato molte imprese sono a rischio chiusura, dall’altro le imprese energetiche, “sfruttando” la medesima congiuntura, stanno invece registrando fatturati da capogiro (+60% nei primi cinque mesi del 2022 rispetto al 2021). Si tratta di imprese obbligate ad applicare un’aliquota del 25 per cento sugli extraprofitti ottenuti grazie all’aumento dei prezzi di gas e petrolio, ma che, al momento, tardano a farlo. Dei 4,2 miliardi di euro attesi con la prima rata di giugno, infatti, lo Stato ha incassato poco meno di 1 miliardo.

Città o campagna non fa differenza, perchè anche Coldiretti Toscana mette in evidenza le prospettive funeste per il settore agricolo. “In questo contesto già oggi circa 20.000 aziende agricole, pari al 38%, hanno reddito negativo e questo significa che stanno lavorando in perdita. Un’impresa su dieci (11%) si trova in una condizioni in cui rischia la chiusura: parliamo di circa 5 mila imprese e di almeno 10 mila posti di lavoro in bilico – ha rilevato il presidente Fabrizio Filippi. Molte aziende stanno dando fondo ai risparmi e sono costrette a scegliere quale impegno onorare e quale rimandare. I rincari delle bollette energetiche che abbiamo raccolto vanno dal 150% al 355% e sono in aumento. La crisi energetica che si aspetta dietro l’angolo impone misure urgenti di sopravvivenza e sostegno produttivo”.

Per aumentare la produzione di energia rinnovabile e pulita, Coldiretti ha chiesto ed ottenuto dal Governo 1,5 miliardi di euro per installare sugli edifici a uso produttivo nei settori agricolo, zootecnico e agroindustriale gli impianti fotovoltaici attraverso il bando sulla misura del “Parco Agrisolare” inserito nei progetti del Pnrr. Il bando è stato pubblicato e dal prossimo 27 settembre e fino al 27 ottobre sarà possibile per le aziende agricole presentare le domande. Le agevolazioni verranno concesse mediante una procedura a sportello sino ad esaurimento delle risorse disponibili.

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