Ci può essere una Toscana senza agricoltura? Per la Cia Toscana, naturalmente, la risposta è “no”. E per questo è necessario che la politica regionale investa risorse e politiche in questo settore, come già avviene per altri comparti produttivi. Prima ancora che nelle produzioni di qualità, nel paesaggio inestimabile ed apprezzato in tutto il mondo, nella funzione che essa riveste come ammortizzatore sociale naturale, il valore dell’agricoltura sta nelle donne e negli uomini che vi operano. Lo sottolinea la Confederazione Italiana Agricoltori della Toscana che, questo pomeriggio, a Firenze, ha svolto la propria assemblea regionale interamente dedicata al Piano regionale di sviluppo (Prs), sviscerando quale dovrà essere il contributo dell’agricoltura e delle aree rurali per la crescita e lo sviluppo della Toscana. All’appuntamento della Cia Toscana sono stati presenti il presidente della Regione Toscana, Enrico Rossi; l’assessore regionale all’agricoltura Gianni Salvadori; e il presidente nazionale Cia Giuseppe Politi.


La posizione della Cia – Cia Toscana ritiene fondamentale collocare al centro del Prs, il processo di integrazione complessiva del sistema economico e sociale in una visione generale unitaria: “Bisogna puntare in un mix produttivo nel cui ambito ciascun comparto (industria, turismo, agricoltura, cultura) svolge una funzione determinante – ha detto il presidente Cia Toscana, Giordano Pascucci(nella foto) -; in percorsi di integrazione economica che mettano in relazione i singoli progetti strategici, realizzando sinergie di azione e di obiettivi: Ed infine perseguire gli obiettivi di crescita in grado di ridare slancio all’economia Toscana attraverso una crescita di tutto il sistema produttivo”. Il rilancio competitivo dell’agricoltura è determinante per l’intero “made in Tuscany” e per il territorio toscano in termini culturali e turistici, aggiunge la Cia regionale che giudica positivo il documento preliminare del Prs “per la concretezza delle proposte avanzate, per alcune scelte in materia di governance, per il orientamento della spesa rivolta da un lato agli investimenti e dall’altro lato agli interventi in campo sociale”. Ma alcuni miglioramenti ci devono essere: “Riscontriamo una tendenziale identificazione tra sviluppo produttivo e settori industriali – spiega Pascucci -, con particolare riferimento alla produzione manifatturiera. La “derubricazione” di attività come agricoltura, turismo e cultura a fonti di “buona rendita” rischia di relegare tali attività ad un ruolo di secondo piano; non si tratta qui di “rivendicare” qualche cosa, bensì di definire l’opzione strategica di fondo sulla quale la Regione Toscana intende improntare le proprie politiche di sviluppo economico”.


Green economy – Inoltre il documento preliminare affronta il tema della green economy, che secondo la Cia al di là della sua enunciazione, nei fatti viene concretamente identificata prevalentemente nell’accezione di “uso sostenibile delle risorse” piuttosto che come nuovo orizzonte di opportunità economica verso il quale rivolgere l’attenzione. “E poi – prosegue Pascucci – sulla questione del paesaggio occorre misurarsi partendo da una chiara e coerente visione strategica: il paesaggio è parte fondante del passato, del presente e del futuro dello sviluppo della Toscana; ne rappresenta innanzitutto un valore economico e strategico imprescindibile. La tutela attiva del paesaggio richiede un equilibrio ed una lungimiranza nelle scelte di sviluppo in grado di superare lo “strabismo” che ha spesso contraddistinto il passato: non si può continuare a pianificare il territorio dividendolo in aree produttive nelle quali, in nome dello sviluppo e dell’occupazione, si può fare tutto; ed aree agricole e rurali nelle quali, in nome del paesaggio, nulla può modificarsi se non passando da interminabili studi di impatto e percorsi autorizzativi. Promuovere insieme sviluppo e paesaggio si può”.


Il ruolo dell’agricoltura in Toscana – In conclusione Pascucci ha ribadito il ruolo dell’agricoltura, essenziale – secondo la Cia – per qualsiasi strategia di sviluppo economico della Toscana, richiamando le cinque sfide strategiche per il futuro dell’agricoltura individuate dalle Cia: “Progetto impresa”; Governo del territorio; nuova governance; innovazione e protagonismo della Toscana nelle politiche nazionali e comunitarie.


Firenze

Articolo precedenteGeotermia, Italia Nostra contro la Regione Toscana. “Troppe morti sospette nell’area amiatina”
Articolo successivoVerde urbano c’è il protocollo fra Ordine agronomi di Roma e Comune di Guidonia