E’ necessaria più agricoltura nel futuro dei 287 comuni della Toscana. Lo chiede a gran voce la Cia Toscana e i tanti comuni toscani che nel 2011 hanno sottoscritto la Carta di Matera, un “documento” di principi, che definisce “l’agricoltura come settore produttivo diffuso nello spazio rurale. Una particolarità che obbliga ad una attenzione particolare per l’erogazione di servizi alle persone ed alle imprese”.  Un documento che oggi la Cia Toscana rilancia in occasione della festa nazionale dei comuni “Piccola Grande Italia”, in programma da oggi, 1° giugno fino a domenica 3 giugno, a Fivizzano (Ms).
 
Lo scenario Serve un territorio che sia più curato altrimenti saremmo condannati a subire alluvioni e distruzione come avvenuto nello scorso autunno: «Per evitare il ripetersi dei fenomeni dell’autunno 2011 – commenta Giordano Pascucci, presidente Cia Toscana – è opportuna una strategia di rilancio dell’agricoltura e della silvicoltura, presidi essenziali per una efficace azione di gestione del territorio. Un rilancio dei servizi di cittadinanza (dalla scuola alla sanità al trasporto pubblico locale) essenziali per la permanenza delle popolazioni; e poi una politica attenta di governo del territorio, in grado di porre un freno al consumo di suolo ed all’espansione edilizia, in particolare lungo gli alvei fluviali ed i versanti collinari e montani. Senza tralasciare  – aggiunge il presidente Cia Toscana – una pianificazione efficiente della gestione della risorsa acqua, anche in funzione dei fenomeni di cambiamento climatico in atto, rafforzando le infrastrutture di contenimento e di raccolta dell’acqua (bacini collinari, ingegneria naturalistica ed altri sistemi anti-erosione».
 
Il ruolo del settore primario «L’agricoltura è fondamentale per i territori toscani, sottolinea la Cia Toscana: nonostante le difficoltà del settore – sottolinea Giordano Pascucci, presidente Cia Toscana –; le donne e gli uomini impegnati in agricoltura si battono con forza, coraggio e determinazione per costruire il futuro, cercando di cogliere con grande passione, tutte le opportunità di crescita ed innovazione. L’agricoltura e le aree rurali sono un patrimonio inestimabile per la società toscana, per conservare e far crescere questo patrimonio è necessario l’impegno diretto di ogni singolo Comune toscano, dal più piccolo al più grande, delle Province e della stessa Regione, per una valorizzazione nelle politiche locali e nei fatti concreti dell’agricoltura, che vuol dire salvaguardia e tutela dell’ambiente e sopravvivenza delle aree cosiddette marginali».
 
Il futuro Per la Cia Toscana va rilanciata la competitività del sistema contro l’abbandono anche nei territori più difficili come quelli montani, promuovere la green economy quando essa è associata alla produzione agricola, garantire la tutela del paesaggio, che in particolare in Toscana significa paesaggio agrario, promuovere l'occupazione in agricoltura attraverso la tutela del reddito e non della rendita. Bisogna sempre ricordare conclude Pascucci, riprendendo l’appello della “Piccola Grande Italia” che «senza il presidio territoriale garantito da queste comunità la nostra Penisola sarebbe meno sicura, che il patrimonio storico/artistico sarebbe più a rischio, ed il Paese sarebbe meno coeso e ricco di identità e memoria storica».

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