Mondostazione a PisaI quartieri dove si trovano grandi stazioni ferroviarie sono luoghi di passaggio per tante persone, zone dove possono emergere contraddizioni e tensioni sociali. A Pisa, con il progetto Mondostazione, il dopolavoro ferroviario da anni si è impegnato a qualificarsi come “Centro culturale polivalente multietnico”, dove si promuove l’aggregazione dei ferrovieri, dei cittadini, dei residenti temporanei e degli emigrati di ogni etnia e religione. Mondostazione organizza, con il patrocinio del Comune di Pisa, una serie di incontri mirati alla conoscenza e all’abbatimento di quelle barriere di pregiudizi che girano intorno alle comunità straniere. Si parte domenica 13 aprile alle 16.30 con al presentazione del libro di Arianna Obinu “Harraga. Migranti algerini dall’Algeria. Il sogno europeo passa dalla Sardegna”.

Il programma La rassegna poi si svilupperà con quattro incontri dedicati rispettivamente alla Georgia (sabato 3 maggio alle 16.30), Eritrea (sabato 17 maggio), Congo (sabato 31 maggio) e Romania (sabato 14 giugno). Tutti gli incontri si terranno nei locali del Dopolavoro Ferroviario, in piazza della Stazione a Pisa. A contorno di ogni conferenza buffet etnico e intrattenimento musicale con brani eseguiti grazie con strumenti caratteristici dei vari paesi

Harraga: migranti algerini, il sogno europeo passa dalla Sardegna Domenica 13 aprile alle 16.30, il primo incontro con la presentazione del libro di Arianna Obinu. La popolazione immigrata in Sardegna ha superato nel 2013 le 39mila unità, contribuendo a delineare un’immagine dell’isola quale area di attrazione migratoria mite, ma consolidata. Parallelamente alle presenze regolari, però, i sardi si sono confrontati negli ultimi cinque anni, con un fenomeno nuovo ed inatteso, quello degli Harraga. Gli Harraga, tutti di provenienza algerina, sono i migranti irregolari, coloro che privi di visto lasciano il loro paese abbagliati dal sogno europeo. Non a caso, il termine con cui essi stessi si definiscono deriva dalla radice araba che significa “bruciare”: questi giovani che sfidano il mare su imbarcazioni precarie sono, infatti, dei “bruciatori” di documenti, di identità, di tappe, di leggi, di convenzioni, di vita. Cosa si cela dietro il fenomeno degli Harraga? Chi sono questi giovani? Che risposta ha dato il governo algerino a questo grido di malessere dei suoi giovani? Qual è stata, di contro, la risposta dei sardi? Un lavoro di ricerca su un fenomeno specchio del mondo di oggi, una storia tra le tante del Mar Mediterraneo.

Articolo precedenteSan Gimignano, la visita del presidente della Regione Rossi all’ex carcere di San Domenico
Articolo successivoLa carica dei 300mila volontari della Toscana