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POMARANCE – Proseguono le iniziative di protesta dei comuni toscani contro le politiche del governo israeliano, nel pieno della drammatica emergenza umanitaria che ha colpito Gaza e la Cisgiordania.

A pochi giorni dalla tragica morte della ventenne palestinese Marah Abu Zuri, deceduta all’ospedale Cisanello di Pisa, è proprio un’amministrazione del Pisano a lanciare un appello diretto alla cittadinanza: boicottare i prodotti israeliani.

L’invito arriva dal comune di Pomarance, cittadina di circa cinquemila abitanti nota per il suo sviluppo nel settore geotermico. L’amministrazione guidata da Graziano Pacini, alla testa della lista civica La Sinistra per Pomarance, ha deciso di prendere posizione come hanno fatto altre realtà toscane, ultima in ordine di tempo Barberino Tavarnelle, in provincia di Firenze.

Secondo il Comune di Pomarance, la campagna di boicottaggio è «una forma di pressione civile contro le gravi violazioni dei diritti umani nei territori palestinesi». Di fronte all’inerzia della comunità internazionale, all’assenza di sanzioni da parte di ONU e Unione Europea e al mancato intervento del Governo italiano nel bloccare la fornitura di armi a Israele, l’amministrazione invita a «agire dal basso». Il boicottaggio riguarda in particolare prodotti alimentari, articoli per l’igiene e la cosmesi, nonché beni farmaceutici, ritenuti fondamentali per l’economia bellica dello Stato israeliano.

Pomarance chiede ai cittadini di preferire alternative provenienze e sollecita le attività commerciali e le farmacie locali a valutare azioni concrete di sostegno alla campagna, anche attraverso comunicazioni trasparenti e visibili nei punti vendita. La farmacia comunale, gestita da Farmavaldera, è stata già coinvolta nella mobilitazione.

L’obiettivo dichiarato è quello di contribuire a fermare la carneficina in corso a Gaza e in Cisgiordania, sostenere l’attivazione di corridoi umanitari e favorire ogni iniziativa utile alla cessazione delle ostilità.

Parallelamente, Barberino Tavarnelle ha adottato una scelta simile a quella di Sesto Fiorentino di pochi giorni fa, decidendo di non vendere più prodotti israeliani nelle farmacie comunali, gestite dalla società Farmapesa e situate nelle località di San Donato in Poggio, Sambuca e via Pisana.

L’amministrazione guidata da David Baroncelli ha lanciato una campagna di “spesa critica” contro il governo di Tel Aviv, definendola «un modo per colpire al cuore l’economia israeliana».