Tempo lettura: 2 minuti

FIRENZE – La nuova classifica pubblicata da Agenas, l’agenzia sanitaria nazionale delle Regioni, segna un duro ridimensionamento per il policlinico di Careggi a Firenze.

Dopo aver dominato la graduatoria nel 2024, quest’anno la struttura non figura neppure tra le prime quindici migliori ospedali in Italia. Il calo è imputabile principalmente a un dato negativo sulla mortalità a 30 giorni dal ricovero per insufficienza renale cronica, accompagnato da un peggioramento nelle valutazioni delle cure rivolte ai pazienti con problemi del sistema nervoso e respiratorio.

In controtendenza, spicca l’ospedale di Pontedera, una realtà di dimensioni medio-piccole che, sebbene offra un numero inferiore di servizi rispetto ai grandi policlinici, ha fatto registrare punteggi più elevati, guadagnandosi un posto tra i migliori d’Italia.

I dati del Pne (Piano Nazionale Esiti) di Agenas, in evoluzione da oltre dieci anni, confermano la Toscana come regione forte in oncologia. Careggi rimane al primo posto a livello nazionale per numero di interventi oncologici (824 nel 2024), seguito da Pisa (382), mentre altri centri come Prato, Grosseto, Arezzo e Camaiore superano Siena (73 interventi). Tuttavia, la dispersione dei casi è ancora diffusa: ben 17 ospedali toscani eseguono meno di 30 interventi per tumore alla prostata. Anche nel trattamento del tumore al rene, la Toscana si distingue con Careggi e Pisa che guidano la classifica nazionale, mentre per il tumore al pancreas la concentrazione rimane limitata a pochi centri.

Per quanto riguarda l’aspetto cardiologico, particolarmente significativo è l’indicatore relativo alla capacità di effettuare l’angioplastica entro 90 minuti dall’ingresso in ospedale nei casi di infarto. Al vertice regionale si posiziona il Monasterio di Massa, con un tasso vicino al 90%, seguito da Pisa con l’80% ma con poche casistiche. Altri ospedali come Pistoia, Empoli, Lucca e Siena raggiungono circa il 70%. Careggi, insieme a Ponte a Niccheri e Prato, resta leggermente sotto la media nazionale del 56%. La mortalità a 30 giorni dopo l’infarto rimane generalmente inferiore alla media italiana (6,8%) in Toscana, con valori che variano dall’1,31% di Lucca al 6,79% della Valdichiana.

Un nodo ancora irrisolto riguarda i tempi di intervento per le fratture del femore, che dovrebbero essere eseguiti entro 48 ore secondo le linee guida. Numerosi ospedali toscani faticano a rispettare questo standard: il policlinico di Siena interviene entro due giorni in appena il 43% dei casi, percentuali altrettanto basse si riscontrano a Ponte a Niccheri, Prato, Empoli, Montepulciano e Cortona. Questi dati risultano sotto la media italiana, ferma al 60%. Positivi i casi di Versilia e Massa, che superano il 75%, dimostrando che miglioramenti sono possibili anche in questa materia.

Segui le nostre news sul canale WhatsApp
CLICCA QUI

Per continuare a rimanere sempre aggiornato
Iscriviti al nostro canale e invita